eh sono qua e sono stati invitati appunto da noi perché una di quelle realtà locali che parte dal locale da forlì dove operate lavorando c'è stato questo quello che mi ha incuriosito di più lavorando sull'idea di mappa mappature gli spazi appunto indecisi cioè quei luoghi che non hanno ancora ritrovato una collocazione funzionale negli spazi urbani hanno iniziato questa indagine questa ricerca in cui hanno iniziato a mappare effettivamente sul territorio con spazi indecisi tutti questi luoghi in stato di come possiamo chiamarli non sono a volte in abbandono però non mi piace magari neanche vederli così in abbandono ma in transizione forse magari una transizione che li porta poi a deperire però si tratta sempre di una transizione e quindi quello che dovremmo fare noi è quello che facciamo anche come habitat e capire cosa fare di questi luoghi di transizione gone e stati di transizione ed è un po' il motivo per cui siete venuti in mente un po' quando abbiamo iniziato a parlare anche della mappa della piattaforma in quanto credo che stiamo condividendo ed alcuni strumenti che ci piacerebbe anche che oggi ci raccontaste quindi grazie francesco e matteo qua con noi di spazi indecisi e niente lascerei a voi la parola per proseguire questo questo percorso grazie dell'invito intanto come dicevi siamo appunto non lavoriamo nello stesso territorio operiamo nello stesso territorio e del giusto conoscersi un po' seguiamo le vostre attività questa volta ci siamo finalmente incontrati senza farla troppo lunga vi raccontiamo un pochino cos'è cos'è qual è la nostra cosa fa la nostra associazione un po' come è nata e theo vi racconterà più nel dettaglio forse il progetto più importante dal punto di vista culturale e poi proveremo un attimo a parlare di uno dei dispositivi che usiamo che abbiamo usato in tante in tante azioni in abbastanza azioni che che la mappa che un po' appunto il tema il fil rouge di questo incontro avremmo voluto fare un'esplorazione ma adesso vediamo un po' come tempi oppure sarà eventualmente rimandata a data da destinarsi e niente spazi uniti indecisi nasce una decina d'anni fa nel duemiladodici duemilaundici anzi è proprio dalla percezione no nella nostra città di forlì di una molteplice di una molteplice delle tipicità di spazi in abbandono che appunto erano proprio occupavano pezzo importante del centro storico di forlì contemporaneamente c'erano studi convegni che parlavano di cose sopruso progetti tantissimi progetti tantissimi sogni tantissimissimo articoli che però non trovavano una dire una un'applicazione non rimanevano semplicemente discussioni teoriche alla sua sui trenta anni alla soglia dei trenta anni l'idea era di provare a incidere un pochino nel tessuto della città essere un organo politico fuori dalla dalla dalla dal partitino ma un organo politico iniziale era di fare dei kree culturali in questi luoghi in realtà è abdicato abbastanza velocemente perché la volontà è subito stata quella di essere un un contraltare dell'amministrazione non provare a dare delle visioni non in contrasto ma stimolando l'amministrazione in un prendere atto che questi luoghi in realtà erano un potenziale non erano da da da nascondere l'azione principale fatta anzi la prima azione fu quella tornando al tema un po' di oggi della mappa turano noi stiamo a esplorare in maniera molto anche come dire anarchica libera il territorio partendo da forlì e parlando con persone non parlando con leggendo libri prendendo le tante e tante pubblicazioni sul territorio che esistono e che nel tempo infatti testimoniavano magari un'attività che dopo dieci quindici venti anni era era terminata oltre a questo forse invece la parte più interessante è stato il coinvolgimento subito di una fitta rete di persone circa duecento in una fase iniziale noi eravamo appena nati non sapevamo neanche esattamente cosa aspettarci no come reazione invece lanciamo una piccola holly chiedendo di mappare il territorio con fotografie informazioni in maniera molto semplice se vogliamo anche poco professionale arrivarono migliaia di foto e quella fu il primo segno che aveva senso parlare di questi luoghi che non erano soltanto una roba da nascondere ma che in realtà interessavano qualcuno dopo magari il primo corteo interrompi per per dire quello che crede chiaramente la seconda azione quindi ci troviamo banalmente una mappa di google con centinaia di segnalazioni luoghi interessanti fabbriche del novecento colonie arene deposito delle corriere ma anche magari case in campagna poco diciamo significative da un certo punto di vista almeno da un punto di vista dell'impatto visivo però l'attenzione era in quel momento la città di forlì è la prima cosa che la prima azione importante fu questa pedalata che si chiamava cicli indecisi clic con te una sette mi sembra sei sette posti del centro storico di forlì attraverso una pedalata molto semplice all'interno di alcuni di questi luoghi succedevano delle piccole cose delle piccole mostre e nella seconda edizione collaborando con degli artisti proprio zione più performative che avevano anche un dialogo maggiore una come bianco interesse sperimentale penso più importante perché dialogavano tra passato e futuro quindi ad esempio una vecchia fornace l'artista freschi e luca fresche ricci stefano ricci fecero fecero un una come dire un intervento visivo e sonoro dove praticamente dalla vecchia fornace fuoriusciva un fumo rosso e c'era un tanto una sonorizzazione tutti diciamo le azioni erano un gioco molto semplice perché l'impatto era doveva essere immediato doveva essere un rimando semplice leggero ed efficacia la storia e ha un futuro all'evento partecipare alla prima edizione quasi trecento persone la seconda la seconda quasi cinquecento e capimmo che il modo anche di parlare di questi luoghi non mettendo il dito o puntando il dito su un'amministrazione o su qualcuno in particolare poteva essere invece quello un modo diverso di parlarmi creando interesse creando una questione creando in una prima fase addirittura solo una conoscenza no perché solitamente questi luoghi sono un po' dimenticati anche chi governa sono spesso dei problemi e di conseguenza meno che non ci sia una pressione o una moto ho un moto un interesse sent tendenzialmente non se ne parla non ce ne sono tanti ancora forlì dopo tanti anni che non sono assolutamente neanche menzionati oppure talvolta perché c'è appunto qualcosa che succede un senza dimora che si abita e questo è l'unico modo di parlare di questi luoghi noi invece volevamo raccogliere la memoria volevamo metterli in dialogo e creare un'empatia no banalmente anche raccogliendo le storie delle persone che ci avevano abitato quindi quello che si creò appunto era una prima mappa molto amatoriale e molto amatoriale e da lì però guardando dall'alto la mappa ogni tanto ti rendi conto che ci sono dei delle possibili connessioni no ci sono dei luoghi che sono vicini dei luoghi che sono lontani delle funzioni che sono simili delle funzioni che sono distanti e ne stiamo un pochino a individuare come ad esempio forlì i luoghi che erano nel centro storico di forlì erano tutti i luoghi legati al lavoro o comunque con una forte componente legata al lavoro c'era un ex deposito delle corriere che dopo vi racconto meglio che cos'è adesso c'erano zuccherificio una fornace un un'arena e quindi iniziamo a capire che questi avevano una piccola storia di lavoro che cambiava nel novecento in città e che potevano essere raccontate poteva essere raccontata come tale da qui appunto la pasta della pedalata che vi ho raccontato e da lì un primo come dire un primo ragionamento su come visualizzare e rendere e rendere attraverso una mappa un'elaborazione un pensiero un pensiero sulla città e un pensiero su in particolare l'abbandono poi dopo matteo ti lascio pure vogliono entrare sì possiamo dire così una prima mappa una prima mappa postata niente di ancora super elaborato però già si percepiva subito come lo strumento un dispositivo della mappa potesse già a leggere aiutarci a leggere e a trasferire delle informazioni africa più immediata in realtà ogni mappa non so tutti noi facciamo un'esperienza costante con le mappe non abbiamo da google maps a quello che voi usa usate dopo magari mi faccio le domande qual è la prima mappa che vi ricordate sono tutti dispositivi che hanno un valore di semplificare la realtà sostanzialmente trasferendola in due dimensioni anche se oramai non bastano neanche più preti sono mappe molto più complessi di complesse con molti più più dati più informazioni anche le nostre stesse sono diventate multimediali banalmente ma dall'altra la cosa interessante è che sono in realtà dei dispositivi molto politici perché scelgono no le mappe non sono solo la verità sono un'interpretazione della verità sono un po' menzognere perché a seconda di cosa ci mette di che cosa non ci metti tu segnali delle cose o non segnali delle cose e sono fallaci perché nulla può essere contenuto nella sua interessa all'interno di una mappa è per questo appunto c'è una certa arbitrarietà nella costruzione che in realtà è la sua e la sua vocazione e la sua e la sua sfidano e la sua sfida prima di entrare nel nostro lavoro più importante che è sicuramente questo almeno non lo mostriamo come così da un po' più di dignità questa piccola grande ricerca vi leggo una piccola storia che spiega proprio l'essenza di dylan di che cos'è una mappa credo che sia significativo perché ci spiega appunto una tensione che la mappa non può risolvere proverò a leggere benino anche se non è il mio forte del rigore della scienza si chiama è un racconto di borges bar spagnola potente argentina in realtà c'era una volta un imperatore avido e crudele aveva fatto costruire un'altissima torre in cima alla quale c'era una stanzetta con quattro finestre aperte ai quattro venti l'imperatore si richiudeva nella stanzetta per intere giornate che fa l'imperatore chiusa lassù nella torre si chiedevano i cortigiani l'imperatore passava le giornate a contare affacciato ad una delle quattro finestre con gli occhi stressati per vedere più lontano possibile l'imperatore contava i campi gli alberi le case i fiumi che c'erano nel suo regno sterminato dopo aver conta stato l'imperatore annotava ogni cosa in certi suoi libricini punti e pieni di orecchie per il troppo uso che ne aveva fatto un giorno passò sulla sua testa uno stormo di passeri e l'imperatore si mise a contarli milletrecentotrentasette milletrecentotrentotto maledizione ho sbagliato il conto il solo pensiero che ci fosse qualcosa nel suo regno che non fosse segnato nei suoi libricini lo faceva impazzire neppure un passero doveva sfuggire ai suoi conti perché il regno era suo e di nessun altro apri la porta della stanzetta e scese a precipizio le ripide scale della torre giunto nella stanza nella sala del trono chiamò attorno a sé i suoi ministri ed ordinò loro che si facesse subito un inventario di tutto ciò che è vivente o inanimato abitasse nel suo regno i ministri si grattano la testa perplessi da dove avrebbero incominciato a contare e quale era quanto era grande il regno molti di loro non avevano mai messo il naso fuori dal portone del palazzo imperiale e se una cosa veniva contata due volte c'era da diventare matti un ministro più scaltro degli altri e che aveva viaggiato all'estero disse che ci voleva una carta sulla quale fossero disegnati tutti i fiumi i monti le valli i boschi le città del regno allora sarebbe stato facile contarli gli altri ministri approvarono una carta geografica dell'impero era quello che ci voleva che ci che si facesse subito una carta geografica a nord del paese in un antichissimo monastero vivevano dei monaci che sapevano disegnare delle carte geografiche quattro di essi furono chiamati a corte e subito si misero al lavoro sette anni dopo la prima carta geografica dell'impero era pronta la carta spiegata sul pavimento occupava una sala intera del palazzo imperiale sulla carta erano disegnate tutte le montagne le valli i fiumi le città e le strade del regno per la prima volta i ministri dell'impero videro come dove si trovavano i freddi paesi del nord e le scoscese montagne delle nevi dove nasceva il fiume che scorreva nella valle e dove cresceva il grano che dava la farina per gli spaghetti delle loro mense ma l'imperatore non era soddisfatto sulla carta c'erano le città i paesi ma non c'erano tutte le case delle città tutte le capanne dei villaggi tutti gli alberi dei boschi i monaci risposero che ciò non era possibile perché la carta che avevano disegnato era troppo piccola per contenere tutte quelle cose fatte allora una carta più grande rispose l'imperatore e tornò a rintanarsi nella stanzetta in cima alla torre che si faccia subito una carta più grande fecero che i ministri in coro i monaci ripiegarono pazientemente la carta geografica e si misero nuovamente al lavoro a quattordici anni dopo la nuova carta geografica dell'impero era pronta per mostrare all'imperatore la carta più spiegata sul selciato della piazza più grande la città tutti erano meravigliati per l'accuratezza e la precisione del disegno sulla carta c'erano disegni nate tutte le case tutte le fattorie tutte le stalle tutti i porcili e pollai del regno si vedeva in quali terreni cresceva il grano in quali il lino e la canapa dove crescevano i boschi e selve e dove pascoli e brughiere l'imperatore arrivò a mezzogiorno in sella al suo cavallo di lassù guardò lama mappa in lungo ed in largo era finalmente soddisfatto silenziosi in disparte i monaci aspettavano una parola di lode e di ringraziamento per il loro accuratissimo lavoro dove sono tutte le tegole dei tetti tutte le foglie degli alberi tutte le galline nei pollai su questa carta non si vedono uno dei quattro monaci risposi timedia mente che non c'era posto sulla carta per tutte quelle cose che sia fatta una carta più grande rispose l'imperatore e andò via questa volta i monaci persero la pazienza e tornarono sulle loro montagne i ministri erano disperati se la carta non si faceva le loro teste sarebbero finite sotto la mannaia del boia pensa e ripensa alla fine ebbero ne pensa e ripensa alla fine ebbero un'idea che si ordinasse a tutti i sudditi pena la pena la morte di coprire di carta i loro campi e boschi le case insomma ogni angolo del regno poi mille squadre di disegnatori avrebbero disegnato sulla carta tutto quello che c'era sotto i tetti con tutte le loro tegole i prati con tutti i fili d'erba per fabbricare tutta la carta sarebbe la carta necessario furono tagliati tutti gli alberi del regno gli uccelli non sapevano più dove posarsi sulla carta non c'era nulla da mangiare la terra non dava più frutti perché ovunque uno strato di carta la ricopriva nel paese arrivò la carestia e la gente moriva di fame un giorno il popolo del regno si ribellò tutta la carta fu strappata e fu raccolto in un mucchio enorme intorno al palazzo imperiale poi qualcuno acceso un fiammifero e dette fuoco alla carta subito si alzarono fiamme altissime dell'imperatore e dei suoi libricini unti e pieni di orecchie non rimase che cenere è un po' lunga no alla nazionale c'è male credo che sia molto figa della questione una storia molto figa dell'impossibilità di una mappa di di raccontare la verità non perché la verità è quella che noi ci mettiamo è quella che decidiamo di trasportare infilare dentro forse lascerei a matteo di raccontare appunto le nostre mappe che avevano come ambizione non ritrarre il mondo neanche neanche la romagna ma reiterare la parte che ci interessavano dimostrare fuori dalle fuori dalle convenzioni delle mappe che troviamo in giro no dunque dopo questo racconto direi che che non viene non viene semplice introdurre questa questo piccolo oggetto però diciamo che la l'idea come come francesco ha raccontato all'interno del progetto di spazi indecisi nel corso degli anni e nel corso dei progetti che sono stati portati avanti non ha raccontato uno ma poi ce ne sono stati ce ne sono stati altri siamo venuti a conoscenza contatto con tutta una serie di spazi abbandonati che ci sembravano interessanti ci giravano ci ispiravano ci facevano venire idee matte strampalate chissà cosa si potrebbe fare qualcosa un sacco e un sacco di idee un sacco di pensieri e poi che ci hanno fatto venire ovviamente voglia di studiare la storia capire cosa c'era prima perché questi spazi sono stati abbandonati eccetera eccetera a questo punto abbiamo abbiamo notato delle dei punti in comune fra alcuni spazi abbiamo notato che alcuni spazi erano diciamo così uniti da un filo che poteva essere soprattutto tematico poteva essere temporale magari erano stati costruiti durante un periodo specifico magari avevano una funzione specifica magari hanno una posizione geografica che li accomuna è ci siamo detti perché non fare una selezione di questi spazi e creare degli itinerari l'idea di dadi in loco è nata è nata in questo modo noi vediamo questi spazi abbandonati abbiamo le foto abbiamo la posizione ne abbiamo le informazioni sulla storia ma ci diciamo che hai sufficiente avere un sito internet che le persone possono visitare cliccare vedere le foto leggere una scheda oppure vogliamo che le persone si muovano vogliamo che magari questo questa nostra idea almeno questo è quello che abbiamo pensato noi questa nostra idea può essere anche un punto di partenza per un'idea di turismo di diverso turismo che non va dietro alle masse che non va dietro alla sovrapproduzione alla sovrappopolazione a alla creazione la sovrapproduzione ma che va a individuare invece spazi che ci sono già e che per noi sono molto interessanti per quanto abbandonati per cui l'abbiamo chiamato in loco perché l'idea di base portiamo le persone a vedere gli spazi spesso questo non vuol dire purtroppo entrare dentro tutti gli spazi perché ci sono tutte le problematiche delle proprietà private se sono le problematiche di accesso spazio che magari sono anche pericolanti sono pericolosi è da cedere però noi volevamo portarli davanti a questi spazi volevamo che questi itinerari che poi vi racconterò diventassero un museo diffuso quindi tutta una serie di spazi sparsi per il territorio e che chiunque può visitare con i suoi tempi e nei suoi modi avendo semplicemente una guida un pezzo di carta un'app come poi vi racconterò che ti permetta di che permetta a tutti di muoversi vantarsi all'interno del territorio e così sono nati i sette itinerari che formano la prima chiamiamo la prima versione in loco perché la nostra idea che non sia l'unica abbiamo realizzato un cofanetto di mappe che vi faccio vedere che ne contiene otto sono i una mappa per ognuno degli itinerari più una mappa generale che li racchiude tutti che fa vedere all'interno del territorio della romagna dove sono dove sono posizionati e che spiega diciamo il funzionamento del museo diffuso vi faccio vedere molto brevemente anche la versione la veste grafica questo oltrepassarla ricaviamo ragazzi se questa in omaggio al festival qui vedete la nostra romagna con tutte le miniature abbiamo realizzato una miniatura per ogni spazio ecco qui speriamo che c'è stata una selezione nel senso che con cui mi viene forse da prendere lo spunto da un progetto precedente abbiamo fatto che si chiama totali lost che parlava di spazi abbandonati legati ai regimi totalitari in europa c'era una selezione anche su quali sull'idea di quali spazi e meritassero per qualche per vari motivi di essere fra virgolette portati nel futuro è la stessa cosa è stata fatta su in loco cioè ci sono tutta una serie di spazi che secondo noi hanno un certo valore un certo interesse per la loro storia per la loro posizione per la loro forma per la loro conformazione per la loro architettura e vogliamo vogliamo inserirli in questo in questo nostro museo diffuso gli spazi che avevo messo sono uno sessantotto uno sbaglio gli organizzatori per qualcuno secondo la questura di meno poi c'è ovviamente ovviamente c'è una scelta c'è una buona selezione di spazi che poi ovviamente se consideriamo il progetto in loco nasce nel duemilaquindici e duemiladiciassette prende diciamo alla sua forma iniziale e già alcuni di questi spazi hanno hanno avuto nuova vita o hanno cambiato forma hanno cambiato hanno chiamato funzione però tornando tornando a noi ne abbiamo abbiamo fatto una realizzazione grafica nostro grafico matteo pini che non smetteremo mai di ringraziare per tutto il lavoro che ha fatto abbiamo situati nel territorio e poi nel retro abbiamo una descrizione di quelli che sono i i vari itinerari e di come sono percorribili alcuni sono percorribili a piedi altri in bicicletta altri per altri serve la macchina perché sono in un'area geografica molto più estesa che magari va non so da imola alle colline del riminese per cui capirete bene che a nemmeno di essere ciclisti molto molto performanti diciamo necessaria la macchina i sette itinerari ve le illustro molto velocemente così anche per raccontarvi un po' quello che è stato lavoro sulla sulla storia degli spazi abbandonati in romagna darsena tre zero un itinerario che è specifico della darsena di ravenna sono tutti edifici industriali che avevano zione nel novecento grazie grazie francesco qui abbiamo tutti gli edifici che sono stati mappati ad esempio la darsena di ravenna non so se molti di voi immagino che la conosceranno almeno avranno un po' un po' di esperienza e una zona che ha una forte ha avuto una forte forti cambiamenti nell'ultimo periodo è ad esempio alcuni di questi spazi e sono già in fase di trasformazione hanno cambiato hanno cambiato proprietà magari alcuni hanno avuto una nuova una nuova vita e non sono neanche più considerabili probabilmente spazi abbandonati nel momento in cui noi li abbiamo inseriti ovviamente erano tutti spazi che effettivamente erano inutilizzati quindi queste mappe sono un po' una fotografia una fotografia della del momento poi vado veloce poi se se vi interessa potete vedere potete potete prendere consultare poi facciamo vedere anche il retro dove ci sono le schede degli spazi questa questo itinerario si chiama dove n è un itinerario piuttosto particolare dove sta per dot beni quindi come dire locale diffuso questo itinerario è stato fatto arbitrale molto arbitrariamente nato da una collaborazione con vari artisti locali ogni artista ha selezionato uno spazio abbandonato che lo ispirava una la ispirava dava delle sensazioni interessanti ha creato un'opera site-specific per questo spazio opera che è stata poi filmata ho ripresa foto e video appunto è ed è stata inserita fra i contenuti speciali del museo che poi vi racconterò questo itinerario come vedete insomma spazia veramente da da imola diciamo alle colline fra fra forlì e cesena diciamo intorno a meldola quindi un itinerario piuttosto piuttosto ampio e arriva fino a milano marittima dove ad esempio qui vedete la discoteca woodpecker che è un esempio che negli spazi che vi dicevo adesso ha recentemente riaperto come discoteca e quindi non è più effettivamente fatti uno spazio indeciso ma in questo momento è una discoteca e sul retro che non vi ho fatto vedere nella nella mappa presidente onorevoli colleghi abbiamo delle schede ogni spazio che è stato selezionato per ogni spazio abbiamo raccontato la storia quando è stato costruito quando è stato abbandonato perché è stato costruito da chi qual era la sua funzione originaria e perché è stato abbandonato in questo caso abbiamo anche una frase scritta da dall'artista che che ha realizzato l'opera all'interno dello spazio per illustrare diciamo quella che è la sua opera ne approfitto per raccontarvi per raccontarvi come si può fruire di questi contenuti l'idea del museo è un'idea via di fruizione del museo duplice sia su carta quindi le mappe ci piace ci piace l'idea l'idea dell'oggetto fisico ci piace o comunque che ci sia un qualcosa che rimane è che ha una sua veste grafica e anche una sua ideazione come oggetto però abbiamo voluto creare un'app che dia la possibilità poi una volta effettivamente raggiunto lo spazio in questione di usufruire di contenuti occhiali per cui attivando il gps nel telefono e scaricando appunto app gratuita che si chiama in loco si può una volta arrivati di fronte all'edificio in questione si può visualizzare un contenuto speciale per ogni itinerario la tipologia di contenuto speciale e diversa ci sono si va dai disegni per andarsene ma sono i disegni di gianluca costantini che si è ispirato agli spazi per immaginare i disegni che sono legati sia al passato che al futuro di questi spazi appunto alle ai video delle performance artistiche dei delle opere site-specific che sono state create per dove ad esempio questo itinerario sul lavoro a forlì che si chiama lavoro in trascorso che a quello di cui vi parlavo francia prima che è stato il primo che abbiamo realizzato quando ancora non c'era l'idea di creare un museo diffuso ma c'era semplicemente una una sorta di studio del territorio forlivese diciamo per questo per questo itinerario sono state create sono state fatte delle interviste alle persone che hanno lavorato o frequentato questi spazi e e quindi che ci raccontano un momento di vita di questi spazi in cui gli spazi erano attivi erano vivi e non erano vuoti dimenticati e magari anche ignorati dalla dalle persone c'è poi un itinerario che ci piace molto perché è un itinerario che si può fare a piedi ed è un circuito ad anello all'interno del parco delle foreste casentinesi si chiama senti ieri senti ieri perché perché è il contenuto speciale che lo riguarda sono interviste alle persone che sono le ultime che sono nate in queste case che sono ci sono piccoli borghi che si trovano fra diciamo intorno a ridracoli all'interno appunto nella zona che è all'interno del parco foreste casentinesi e e questo questo questo è un circuito ad anello che si può si può percorrere è quello che invitiamo a fare prima di arrivare a ridracoli con colla per scaricare le interviste e mentre si passeggia nel bosco ascoltare i racconti della vita di queste persone che magari erano bambine negli anni cinquanta sessanta e che hanno hanno vissuto una vita che in questo momento ci risulta quasi difficile immaginare perché perché perché vivevano in borghi di quattro case in mezzo al bosco e la mattina magari dovevano durante l'inverno avevano per quando andavano a scuola devono i genitori che la mattina si alzavano facciamo uno schema dalla neve e loro seguivano piccoli bambini in mezzo a queste queste due mucchi di neve neve più seguivano una piccola scia per per trovare la strada per arrivare per arrivare a scuola abbiamo poi una coppia di mappe che si chiamano totalitaria totally riviera che sono sono vengono da un progetto che abbiamo fatto siamo totali l'ostrica di cui vi ho già parlato e che sono quindi raccolgono tutta una serie di spazi legati al totalitario al regime fascista in romagna quindi sono spazi costruiti durante il ventennio spazi abbandonati per quello che riguarda totale riviera ovviamente si tratta di colonie sono colonie marine che sono state costruite durante il ventennio fascista che hanno anche una conformazione proprio una forma vera e propria magari molto particolare che aveva anche uno scopo propagandistico per cui siamo andati anche un po' a ricercare quelle che erano le motivazioni dietro la costruzione della colonia la storia anche dell'utilizzo perché poi queste questi spazi quando poi c'è stata la guerra ovviamente hanno subito vari cambiamenti hanno cambiato funzione e poi spesso sono state abbandonate sono state lasciate così ce n'è una che a cui siamo particolarmente affezionati che alla colonia varese che milano marittima che negli anni è stata set di film e abbandonata praticamente da sempre cioè nel senso che dopo dopo la guerra non ha mai nonostante siano stati fatti dei lavori non è mai entrata in funzione è spettacolare a livello a livello estetico livello scenografico sembra alla forma di di un aereo atterrato sulla spiaggia diciamo e qua dentro vanno più ha girato un film stata è stata oggetto anche il nostro era stata anche in un altro film se non sbaglio sono un ricordo scritto no qua non so scritto forse scritto all'interno dell'app perché ci sono più informazioni qui avevamo tagliato un po' abbiamo mentre l'altro l'altra mappa che si chiama totalità arre insomma contiene invece tutti spazi sempre costruiti durante il ventennio però nel nell'entroterra romagnolo quindi ci sono le case del fascio ma ci sono anche tanti altri sport tipo alla fabbrica aeronautica caproni che si trova fra predappio però la più alta che era è uno spazio assolutamente molto quasi ho quasi fantastico nel senso pensare che si producevano aeree a predappio è che che lì dentro ci sono tuttora in alcune delle gallerie ci sono studi sulla dinamica dei fluidi dell'università di bologna supera l'avanguardia in uno spazio che fondamentalmente abbandonato e colgo l'occasione per dire che qua dentro c'è anche ex l'ex deposito delle corriere che di forlì che ha ospitato vari eventi negli anni di spazi indecisi e che negli ultimi anni è diventato anche un po' uno spazio riattivato da noi insieme a città di ebla che è una realtà che fa teatro contemporaneo romagna e e che in questo momento ospita buona parte degli eventi che facciamo fra l'altro vi invito se siete dalle nostre parti mercoledì questo mercoledì ci sarà un concerto all'interno della dell'apertura che facciamo tutti i mercoledì in questo momento abbiamo un'installazione che sta riscuotendo un discreto successo che si chiama macario che è stata fatta da francesco careri ed è un'installazione di ama che quindi chi vuole può venire a rilassarsi sulle amache tutta la sera ascoltare musica mercoledì suonano e le che sono un gruppo di ravenna e ingresso offerta libera se il bar insomma se tutta se una situazione molto molto relax sono seicento metri sono se sono seicento metri di tessuto poi magari francesco cantare chiudo questa carrellata perché vi avrò annoiato abbastanza con l'ultimo itinerario che si chiama un'estate al mare e sono i luoghi abbandonati che erano luoghi del divertimento nella riviera romagnola ci sono discoteche parchi acquatici tutta una serie di spazi che quando quando la riviera era veramente la riviera erano se erano e erano più attivi che mai e che adesso sono invece caduti in disuso c'è la discoteca melody di me che per i più vecchi uno spazio mitologico il cinema teatro apollo a bellaria è uno spazio molto bello sono varie ville anche dell'epoca liberty un'adeguata parchi acquatici e cosa molto molto interessante secondo me di questo itinerario che ha delle nei contenuti speciali molto molto belli perché sono stati fatti dal collettivo grant sound collective che ha registrato i suoni d'ambiente di questi spazi oggi quindi i suoni d'ambiente di di ambienti abbandonati ma comunque circondati da una natura assolutamente viva è lì a process usati mixandoli con le musiche e i suoni dell'epoca di quando questi spazi erano attivi per cui già appunto il suono magari da discoteca degli anni settanta misto ai suoni della natura di una discoteca che oggi ha abbandonata in mezzo valverde è quindi questo direi che direi che è tutto se se vi interessa appunto l'app è scaricabile gratuitamente le mappe ve le lasciamo lasciamo in dono quindi lo potete consultare e prendere se volete ripassa la palla francesco aggiungo solo una cosa in questo scambio chiaramente domande sono più che benvenute le mappe hanno un ruolo nella nostra ricerca è anche credo nella una dinamica con la città ci sembra una c'è la fase interessante che quando uno si perde no non so se è una cronaca una dinamica interessante quando ci si perde in una città volte fa un po' paura a volte invece è il momento in cui anche i sensi vengono amplificati nell'attenzione quindi tutte le mappe in realtà non hanno come dire un grado di dettaglio così preciso da dire entra lì perché lì c'è la rete tagliata no ti porta lì e a quel punto c'è un momento in cui la persona deve capire dove dov'è e cercare di capire come entrare se vuole entrare chiaramente il rapporto diciamo fra una mappa che è uno strumento che ha l'obiettivo di semplificare e anche dare delle indicazioni se vogliamo il suo contraltare il perdersi no e questa questa ambivalenza e un po' parte della nostra ricerca in questo in questo in questo ambito che appunto uso della cartografia abbiamo questo questo assurdo l'abbiamo anche un pochino amplificato in una mappa folle di forlì che praticamente non è altro che una sorta di come dire di morphing delle nostre strade no e quindi da una mappa molto schematica che è quella della città abbastanza ortogonale in realtà si è creato una sorta di flusso strane quindi quello che a destra in realtà sinistra e l'obiettivo è semplicemente quello di creare una sorta disorientano mento nella nella percezione della città sostanzialmente io per andare al lavoro ma penso un po' tutti facciamo la stessa medesima strada sempre perché la più veloce o quella che più carina o più c'è il traffico non c'è il vigile uno di questi potrebbe essere componenti cercare di uscire da questa da questa da questa ottimizzazione di questo consumo di tempo anche questa ottimizzazione del tempo è una pratica che crediamo interessante è che anche diciamo in loco nella sua dinamica nel suo progetto complessivo e anche in tante altre piccole pratiche che abbiamo fatto nella tensione di interpretazione del portale nella vita quotidiana e questo volevo aggiungere non di più e un'altra cosa invece mi sento di aggiungere matteo parlava giustamente di dio un approccio turistico comunque un approccio culturale ha un patrimonio minore no non è la chiesa ci sono delle chiese ma non è la chiesa principale della città chiaramente fortunatamente da un certo punto di vista l'altro chiaramente quello di mettere tensione di mettere no sguardi di mettere persone che guardano quegli spazi cercando di attivare no non cercando in prima istanza noi ma pensando di stimolare persone che possono scegliere di portare avanti nel futuro e anche utilizzando questo alcuni di questi spazi noi ne stiamo gestendo due assieme ad altri soggetti matteo citato prima nell'ex deposito del corriere un altro e l'acquedotto a spina anello fra forlì e forlimpopoli altri luoghi in questi in questa decina di anni in romagna si sono in qualche modo attivati con forze diverse non è tutto merito nostro anzi non è merito nostro ma crediamo che parlarne soprattutto a realtà dal basso significa scegliere un po' di più politicamente anche cosa vuole diventare il nostro territorio faccio un esempio prima citavi woodpecker non che avere un posto libero era il mio posto preferito qualcuno veniva da lontano e lo portavo lì adesso per entrare costa trenta euro e hai una consumazione ci può entrare quaranta anche un testo ancora di più quindi in realtà si apriva c'è molto più privato di prima non so come dire privato nel senso che di un privato e privato perché me l'hanno privato mi hanno privato di andarci quindi non so è una lotta interessante credo una dinamica interessante non è una lotta perché non è che stiamo facendo altro che una lotta politica e niente questo parametro è un pensiero forse da un pompon da nostalgico dell'abbandono che è un po' stupido però e non è detto che recuperarlo un post votati woodpecker o la discoteca a quella affrescata affrescata si può dire sì disegnata da blu murale di blu adesso è una discoteca c'è giustamente ha fatto la sua trafila giusta molto stile ibiza diciamo quindi spero che l'abbiano salvato non ci sono più c'è ancora speriamo però appunto prima era di si davano atmosfera era di nessuno di tutti adesso è di pochi non so come dire è di pochi oppure la bolognese un percorso di rigenerazione la colonia bolognese a rimini percorso di rigenerazione fatto da amici palloncino rosso che per quattro o cinque adesso non mi ricordo quanti anni ah l'hanno attivato dal corso al ballo dalla mostra eccetera eccetera lo compra una finanziaria che ci fa una un hotel cinque stelle anche quello no bene comune questo tutto anche il processo di di patrimonializzazione di di di di di relazione con le comunità che si sono attivate di persone che sono entrate in realtà è stato stracciato con una velocità incredibile ed è una cosa da da evitare ma a volte lei economie sono più forti delle persone è quindi necessaria una dinamica e una mappa è una mappa che può essere pensato come un progetto culturale fine a se stesso non sia senso un gioco fra lady grafico e lo storico in realtà si sta parlando del nostro territorio no ti sta parlando di scelte che competono neanche a noi ma che se ci siamo forse possiamo in qualche modo almeno stare attenti a quello che succede e niente ho fatto anche un po' o rallentatore niente e niente questo è un po' la presentazione di in loco credo se avete delle domande molto siamo qua di occupazione avanti la trafila è stata sempre molto legale molto aggressiva ma legale aggressivo intendo come come diceva prima il ragazzo rompere non mi ricordo come si chiami ragazzo che ha presentato prima il libro scusate a me non importa essere prese nicola molto pressanti no dare proposte mostrare degli sguardi in eridania anche un posto incredibile a forlì una delle fabbriche più grandi diciamo della romagna per rifornire comunque un capitale della produttività importante nel novecento nessuno ha centrato tranne noi ma non perché siamo più bravi semplicemente perché abbiamo trovato le leve per entrare no non occupando c'è sempre stata almeno da parte mia quasi subito una volontà di essere appunto una di giocare con con i lacciuoli che la che la norma a però ci siamo entrati ci hanno portato trecento persone non legalmente e questo però ti dà anche un rispetto differente rispetto alle istituzioni un conto se ci andavamo occupando che legittima viva chi occupa io non lo farei e quindi la il conflitto il contrasto il rapporto dialettico è stato più nel prospettare delle soluzioni no cercando passo dopo passo di conquistare una fiducia da una parte danno delle risposte dall'altra quindi questo quello che mi sento io non mi ricordo se altri posti sono stati occupati le realtà che conosco indirettamente hanno sempre avuto questo affetto rispetto e l'occupazione di rigenerazione urbana cerca un rapporto subito con le istituzioni per rendere anche più solide non è detto il processi che sono chiaramente molto possono essere molto fragili nelle occupazioni ma non è detto che nella rigenerazione vedi la bolognese in realtà non siano molto di più perché poi un comune rimini vuole vuole avere più posti letto o puntare su cinque stelle allora per me sbagliando punta su una struttura che ha fatto anche altro sì probabilmente sì vai probabilmente si va anche ad andare a sfruttare forse quella che può essere la convenienza politica in un certo momento di una giunta quindi un momento in cui la giunta ha interesse vedi caso rientrasse a a dare almeno un'immagine di apertura alla rigenerazione fight farsi un po' un'immagine di apertura per queste cose cerchi di sfruttare anche di vedere effettivamente dove c'è quanto di vero c'è in questa apertura no poi anche anche per smascherarli manualmente perché credo che comunque sia anche un po compito di chi fa queste cose di chi sta dall'altra parte rispetto a loro dire ok c'è una volontà reale o non sana volontà reale noi quando siamo partiti a fare le nostre cose molto chiacchierato poterlo dire tranquillamente e mi ha sempre fatto quasi tutto con budget prossime allo zero e all'inizio ci con il comune era molto semplice per noi stavamo dando qualcosa che era quasi a costo zero e stanno valorizzando degli spazi no stanno contribuendo a valorizzare gli spazi con tante altre aziende con altre realtà che comunque magari avevano altri avevano interessi su è chiaro che poi li si va anche a vedere distinguere quello che la proprietà pubblica e proprietà privata perché sulla proprietà pubblica c'è anche magari più margine di manovra in certi momenti poi magari all'assunzione di meno io sinceramente ancora faccio fatica a prevederlo però magari in questo momento da qui in poi ce ne sarà anche di meno io mi auguro di no però timore c'è e poi comunque questo forse è una cosa che non abbiamo detto che però non ha una parte anche importante del lavoro fatto all'interno dell'associazione la ricerca dei contatti con la proprietà e la gestione anche delle dei rapporti con le proprietà degli spazi un qualcosa di molto importante perché nel momento in cui poi c'è il potenziale di un progetto che si sposa con uno spazio oppure l'associazione che ti contatta perché avrebbe un'idea bellissima e tu vuoi sostenerla ma gli deve aiutarlo a trovargli lo spazio oppure ci sono anche delle necessità non so abbiamo veniamo dall'alluvione c'è stata una necessità molto molto chiara a un certo punto no di tirar fuori anche degli spazi dove dove essi possano conservare le cose delle persone che sono state alluvionate dove si possono iniziare già anche anche spazi di smistamento dei materiali nel momento in cui si facevano le prime operazioni di pulizia di di bonifica delle aree per cui avere un contatto avere un archivio anche in questo caso di contatti delle proprietà sapere a chi appartiene questo spazio chi contattare nel momento in cui questo spazio può diventare utile alla cittadinanza può diventare utile a qualcuno può o spazi indecisi può contribuire a ridargli vita non non direttamente ma dicendo mettendo assieme unendo facendo match-making come se fossimo un'agenzia matrimoniale diventa diventa una cosa una cosa utile anche questa è una cosa anche un lavoro che che a un certo punto insomma la sua utilità marco aggiungo una cosa diciamo appunto parlavo di l'occhiolino di tutte le piccole norme e la burocrazia che chiaramente bridge imbrigliano delle azioni ma ci sta anche da un certo punto di vista però l'obiettivo è sempre stato quello immaginati dentro un recinto no di spostare questo recinto di cercare di forzare delle questioni però dentro al recinto no non creare un non tagliare il recinto e non diventare più un soggetto in grado di creare una una fiducia non perché comunque siamo anche sostenuti in parte delle istituzioni abbiamo creato dei rapporti nel medio lungo termine per sostenere le azioni c'è una persona che ci lavora a tempo pieno quindi inserito anche nello sviluppo del progetto stesso c'è una sorta di di rigore di di conflitto anche ma nel rispetto delle delle delle delle figure e anche dei tempi come dice spesso claudio della città di ebla loro fra cinque anni non ci sono tu ci sarai non è quindi indipendentemente dalla giunta che adesso forlì è di destra potrà essere blu verde rosso non importa è giusto creare una una tenere alta la barra e dialogare no almeno questo è stato l'approccio che ci ha portato comunque a fare delle cose con fatica più facile per alcune dinamiche entrare in una pubblicità e scalciare entrare nelle delle cose poi altri forse non lo è così per altre cose che non conosco però questo è stato l'approccio film diciamo fin da quasi subito prego una cosa che però mi interessa visto che stiamo parlando di mappe di muri sostanzialmente che in realtà non si può si possono fare molte altre cose no forse avremmo potuto fare un esercizio ma non nel caso avesse mai visto ma non è forse il momento però la cosa figa di una mappa che ci sono tantissime esperienze che raccontano anche mappe dei percorsi mappano le emozioni all'interno della città mappano le persone che ci abitano spesso alla mappa anche nelle definizioni più classiche da dizionario è spesso focalizzata restituirci un territorio in scala ridotta neanche noi in parte pur scegliendo quello il territorio che ci interessa abbiamo fatto questo in realtà la mappa è molto più ampia ci sono mappe mentali ci sono mappe concettuali ci sono mappe di popolazioni e quindi è uno strumento che può restituire grande complessità e che può essere anche un elemento appunto di interpretazione no questo è quello che un po' abbiamo cercato di fare e che continueremo a fare in qualche modo anche nell'analisi di piccoli interventi in un quartiere banalmente abbiamo chiesto alle persone che cosa pensavano del quartiere qual era l'emozione in una parte di quartiere se c'è un quartiere malfamato c'è chi dice che è bello c'è chi dice che è brutto c'è chi dice che ha paura e allora anche lì non ci sono dieci persone che dicono che hanno paura è una cosa che ha un valore che tu puoi anche grafici usare una mappa o comunque non in una gratificazione appunto e quindi inizia a raccogliere delle informazioni che non sono solo muri sono quante persone passano sono cosa pensano le persone di quel posto e questo può essere un aiuto anche nella nelle azioni che poi si fanno è niente ma qui non stiamo seriamente in un'altra deriva che è meglio partire subito la pena ancora non si pensava ancora non si pensava a questo progetto abitare dove era ancora proprio era di là da venire la prima cosa che mi ha colpito è stato questo edificio che abbiamo qui è alle nostre spalle oltre il fiume è una cosa che veramente ha avuto un impatto su di me violentissimo perché ho detto che cosa c'entra una cosa del genere in questo contesto in questo piccolo borgo però allo stesso tempo ho iniziato magari a vedere in prospettiva quello che sarebbe potuto diventare e ho cominciato a chiedere informazioni no alla consigliera comunale che ci aveva accompagnato per illustrarci quali potevano essere luoghi che si potevano utilizzare per fare insomma attività eccetera e mi disse che quello era il primo diciamo luogo nel quale mobilificio ginestre produceva produceva e vendeva poi hanno deciso di smettere di fare i produttori ri ahimè hanno iniziato a diventare solo commercianti si sono spostati sono andati al di fuori del centro abitato hanno creato una cosa dal punto di vista commerciale proprio mostruosa ma proprio brutta brutta brutta noi abbiamo tutti abbastanza se bruttissima e e quando ovunque e quando io ho visto questo contenitore così tutto chiuso ho detto ma sarebbe bellissimo se si potesse riattivare al suo interno che ne so delle attività anche di formazione che fossero collegate al mondo dell'artigianato che si sta perdendo e quindi ritornare un po' attraverso quello che era stato quell'edificio recuperandone la memoria a trovare diciamo una collocazione e un uso diciamo attuale e che rispondesse magari ha delle esigenze perché adesso a mio avviso una delle esigenze che dal mio punto di vista come architetto vedo che non si trovano quasi più persone in grado di saper fare bene le cose con le mani cioè tu siamo abituati ad avere tutto pronto subito a poco prezzo purtroppo abbiamo avuto l'invasione campo dell'arredamento che so di colossi come che sono entrati ormai nelle case di tutti da una parte la ragione c'è è quella sicuramente economica però diciamo bisognerebbe ritornare a recuperare questi valori e io in quel contenitore ci vedevo in proiezione un nuovo piccolo bauhaus e quella è la nostra piccolissima esperienza e di quella di tante altre realtà che si occupano di rigenerazione urbana in particolare in italia dove appunto da nord a sud ci sono centinaia di realtà che tentano di decidere un po' il territorio di non lasciarlo semplicemente decidere a o a potentati o alle amministrazioni è quella di sfruttare un festival capillare come questo per provare a entrare no se il prossimo anno questo festival ha un qualcosa che accade lì dentro se è possibile bisogna vedere se sia possibile se si trovano in connessione con la propria età non sulla proprietà eccetera eccetera come sta però noi facciamo tutte le cose che mi ha fatto sempre così entrando un giorno o due giorni in un posto e vedendo anche cosa fosse in grado di fare quello spazio è quello che poi mette in circolo no perché appunto ci saranno storie ci sarà qualcuno che ci ha lavorato ci sarà il nonno del ragazzo che sicuramente so progettava lì dentro lavorava e sfruttare l'evento e l'evento temporaneo come come come dire come catalizzatore come ariete come come occasione di sperimentare di mettere di provare a capire se si può partire da qualche cosa magari un giorno due giorni dove siamo partiti con katie un giorno forse siamo stati addirittura due ore poi dopo i nostri amici di città di ebla sono entrati quattro giorni l'anno dopo ci siamo entrati sette giorni l'anno dopo e adesso ce l'abbiamo ingestione o che sia una cosa lunga un po' matta è indubbio ma forse necessari spazi indecisi è legato solo al vostro diciamo ambito territoriale o si può eventualmente non replicare però consegnare una sorta di metodo che possa consentire di fare questo tipo di ricerca anche in altri ambiti ci sono centinaia e cent tinaia e centinaia di realtà che fanno cose analoghe in maniera diversa perché ognuno ha la sua sensibilità come voi però detto questo forse no essere mai più ma la rigenerazione che secondo me è semplicemente uscire dalle logiche dall'alto di decisione del patrimonio ma provare a metterci del proprio esistono da dal nord al sud se andate in sicilia per una ricerca ci sono c'è di tutto non ci sono fabbriche come cave che vengono portate avanti da ragazzi trenta-quarantenni poi possono essere anche cinquantenni non è quello è un problema anagrafico più o meno l'approccio è sempre quello entrarci un passo alla volta e di alzare l'asticella no spazi indecisi non c'è una ricetta insomma c'è c'è c'è ci sono una serie di pratiche che che bene o male si si rivelano in tanti casi però ne so non c'è una ricetta su questo questa cosa qui questo progetto qui è nato un po' da una nostra riflessione ma senza direi andare a metterci sopra della una quantità di teoria eccessiva e una visione già modo di dare una visione del territorio anche personalizzare anche fatto dalle persone che fanno parte di spostarsi da un'altra parte scusami giovanni the road ma è una cosa che mi vien da dire e ci sono vari progetti che magari entrano nei nostri radar che ci vengono proposti che qui ci imbattiamo nel corso di un anno e che non abbiamo di associazione le forze di sostenere il fascismo di lavorarci sopra e però se c'è un progetto su cui una persona dell'associazione tiene particolarmente e su cui vuoi lavorare allora quel progetto quella persona porta avanti il lavoro su quel progetto è l'associazione va' avanti va' va' da quella parte invece che da un'altra non so come dire per cui è anche davvero molto molto personale però è vero cioè l'idea l'idea di entrare nello spazio poi una volta che sei dentro apre dei mondi veramente perché perché poi le persone arrivano e poi ci si conosce si trova magari chi chi qualcosa del genere magari lo vorrebbe fare spazio o chi magari trae prende ispirazione sa però bello perché non portarci quest'altra cosa qua che c'è già e che che avremo bisogno di altri spazi non può sempre possiamo già porta sempre a qualcosa in più ecco sono dei diciamo dei processi più o meno ideali però appunto la proprietà diversa sempre i rapporti sono sempre diversi con questa proprietà se sia pubblica e privata pubblico poi cosa vuol dire del comune della regione delle banche e quindi il contesto no siamo qua non siamo a milano anche noi a forlì non siano siamo a forlì milano il nostro bel macario se fosse a milano forse avrebbe un impatto non ho mai fatte ci saranno altri problemi perché a milano ci sono venti mila spazi venti mila spazi in sicilia magari hanno dei finanziamenti diretti che noi non abbiamo ma abbiamo un mondo privato più sveglio qui c'è quindi ogni luogo a un contesto molto diverso quindi c'è un'associazione che si chiama lo stato dei luoghi dove che facciamo parte questa piccola lobby nazionale che raccoglie centinaia di esperienze ogni tanto ci si incontra ogni tanto ci si parla ogni tanto ci si confronta ma la questione che chiaramente spesso è molto locale la questione il problema infatti già ansia nasce questa associazione proprio per elevare il nostro problema che parlare con il dirigente ix o l'assessore ipsilon per invece avere uno sguardo un po' più dall'alto di rete ci sono tante persone che stanno facendo queste cose veramente dalle alpi al al chiringuito abbandonato in sicilia o in sardegna siti porno buonasera nella miniera di argentiere che ci hanno suggerito o quasi connesso comunque per il prossimo anno io invito tutti a organizzare insomma intanto iniziare a prendere contatto con la famiglia ginestre vedere se si può magari è soltanto anche entrare la prima cosa che noi facemmo era questa pedalata che vi ha raccontato molto brevemente si cercava di entrare più possibile in un posto magari ti dà dei limiti magari entri in tre stanze invece che cento rimane o tre stanze poi vediamo il secondo cosa succede se ed è un bene responsabilità ciao piermario fatto firmare a dare aria andate su che abbiamo ereditato isabelle la diarrea è nato esattamente così un'altra ti invernale comunque grazie e complimenti insomma per il lavoro che state svolgendo sì poi grazie anche per questa fantastica donazione entrerà a fare parte della libreria di habitat quindi speriamo lentamente col tempo di poter fare tutti gli itinerari assolutamente allargata habitat era un po bene