ai propri residenti quindi c'è questo mi fa molto mi fa molto piacere se mi fa mi mi riempie il cuore quindi intanto grazie e intanto anche grazie per continuare ad esserci in qualche modo in generale la fototeca mafie è un'associazione culturale con base a faenza che puoi dal duemiladieci giusto ripreso dal duemiladieci ha ripreso in mano l'archivio storico del fotografico della città di faenza che contava già sicuramente tantissimo materiale che però poi nel tempo ha necessitato di essere restaurato digitalizzato archiviato quindi dal duemiladieci che questo processo in realtà è iniziato e non ha mai finito quindi è un processo in corso che va avanti e oggi per per abitare continueremo in qualche modo di parlare a parlare di archivi ma in una forma forse un pochino più slegata da quello a cui siamo stati abituati a vedere come fototeca un'archiviazione che magari può essere più libera più immaginifica più fantasiosa e magari non vincolata direttamente da delle particolari necessità di archiviazione ma piuttosto come in questo caso vedrete è creare uno strumento uno spazio in cui si crea la possibilità di archiviare e quindi di creare delle storie quindi grazie per essere con noi ragazzi gianmarco mi fabio niente passerella la parola voi ragazzi grazie jacopo e si ha già introdotto ottimamente raccontando un po' chi siamo e aggiungeremo qualcosa prossima mezz'oretta così per raccontarvi il nostro lavoro quello che stiamo portando avanti da ormai più di dieci anni e per parlarvi un pochino del nostro archivio ma anche degli archivi un po' in generale e poi ci sarà una seconda parte dove possono la parola michele e fabio e più laboratoriale abbiamo creato uno strumento una piattaforma dove è possibile caricare delle foto poi ve lo raccontiamo meglio e per provare a appunto a far nascere un archivio un archivio fotografico da qui anche il titolo dell'incontro dell'incontro di oggi abbiamo preparato una presentazione che vi mostreremo da portatile ma abbiamo fatto anche un quadro cod che se volete facciamo facciamo girare così se lo volete guardare sul cellulare per poter apprezzare meglio le fotografie magari può essere può essere utile e quindi venendo a noi va bene noi facciamo parte appunto di questa associazione culturale e che si chiama fototeca onofri diana base a faenza ci occupiamo di fotografia e sotto sotto vari aspetti ci interessa proprio una fotografia come linguaggio come strumento di documentazione e come appunto strumento per creativo ma anche appunto per per per documentare e la fototeca manfrediana quando nasce nasce molto prima di noi infatti nasce nel millenovecentosettantuno da questi signori qua c'è questa bella foto che li vede ritratti e chi erano erano gli appassionati di fotografia e di storia locale a faenza che appunto nel millenovecentosettantuno realizzarono una mostra una mostra fotografica dal titolo faenza cent'anni è una mostra che voleva appunto raccontare gli ultimi cento anni di vita della città di faenza attraverso attraverso la fotografia da questa esperienza che doveva essere un unico singolo evento spot poi è iniziata tutta tutta tutta la storia della fototeca che oggi noi portiamo portiamo avanti qui li vediamo dopo che avevano appena finito di stampare questa gigantografia che hanno alle loro spalle con gli ingranditori all'interno di una stanza molto grande tutto oscurata per riuscire a fare questo tipo di foto che era l'elemento centrale di questa mostra la mostra andò benissimo e tantissimo pubblico e da quelle prime trecento fotografie che loro avevano raccolto della città di faenza e decisero di fondare un archivio da qui dopo il nome che venne scelto appunto fototeca manfrediana e e proseguirono poi nella loro attività nel duemiladieci questa associazione che aveva avuto quindi circa quaranta anni di storia e era in stato di abbandono quindi chi l'aveva fondata ormai invecchiato non aveva più le energie di starci dietro e quindi sì i litigi tra tra tra tra i fondatori qualcuno che era venuto a mancare perché ormai le persone erano diventate anziane e quindi nel duemiladieci l'associazione era in stato di abbandono erano stati lasciati locali come potete vedere qui nella prima foto con tutto l'archivio con tutto il materiale che era stato raccolto in oltre quaranta anni senza nessuno che se ne occupasse nel duemiladieci io fabio michele un gruppo di altri amici avevamo poco più di vent'anni e eravamo appassionatissimi di fotografia in particolare di fotografia analogica quindi sviluppo e stampa delle fotografie in bianco e nero e stavamo cercando uno spazio dove costruire una camera oscura condivisa e mentre stavamo cercando questo spazio siamo venuti a sapere che esisteva questa vecchia associazione che non era più operativa però che aveva una sede con all'interno una camera oscura e con tutto questo patrimonio e era tutto ospitato dentro il circolo del dopolavoro ferroviario di faenza l'allora presidente di questo circolo ci fece una proposta dopo una chiacchierata ci disse perché non prendete voi in mano la gestione della fototeca noi vi ospitiamo all'interno dei locali potete utilizzare la camera oscura e tutti gli strumenti di cui ormai del circolo nessuno sapeva minimamente come come come utilizzarli vi ospitiamo gratuitamente però ci dovete curare questo archivio di fotografie perché noi non siamo in grado di valorizzarlo noi gli archivi non sapevamo niente ci interessava appunto lavorare alle nostre foto eravamo principalmente interessati a quello appare nostri esperimenti camera oscura eccetera però è entrando in cui archivio ci siamo resi conto fin da subito che c'era dietro un lavoro importante perché le foto che erano state raccolte erano ormai più di cinque mila e tutte organizzate e divise per sezioni tematiche col nome dell'autore nome del luogo la data in cui erano state scattate per ricavare informazioni molte volte era stato necessario fare anche ricerche complesse per arrivare a ricavarle perché alle fotografie spesso arrivavano non corredate di queste informazioni e c'erano tutte le mostre tutti i libri che erano stati pubblicati in oltre quaranta anni si vedeva che qualcuno se ne era occupato in modo un grande amore diciamo con grande passione e quindi abbiamo pensato fin da subito che che tutto questo non potesse rischiare di scomparire e quindi l'abbiamo abbiamo accettato abbiamo preso in mano nella gestione di questa associazione è ormai da tredici anni continuiamo a portarla avanti a farla anche evolvere e questo è il nostro gruppo l'ultima foto che abbiamo fatto quello che avete visto prima gruppo di partenza diciamo ci siamo ampliati nel tempo questa l'abbiamo fatto mi sembra nel duemilaventi l'ultima foto di gruppo completa è però vedete si è espansa la cosa ha iniziato a inglobare più persone e nei primi anni qui non è presente in foto ma ne ha fatto parte anche jacopo del motivo per cui ci siamo conosciuti e lui all'epoca aveva sedici anni quindi era la nostra mascotte il più giovane di tutti e e quindi abbiamo continuato questa attività questa attività che si è sviluppata da subito in due filoni dicevo c'era questo archivio storico e che aveva fondato questa associazione era interessato prevalentemente all'aspetto storica alla fotografia come mezzo di documentazione noi eravamo fotografi invece vedevamo nella fotografia anche un linguaggio un linguaggio con cui sperimentare un linguaggio creativo per fare anche ricerche artistica quindi fin da subito abbiamo affiancato questa questa nuova visione alla fototeca e quindi oltre all'archivio di vecchie immagina ricerca di vecchie fotografie la loro catalogazione la storia della città e del territorio abbiamo cominciato a interessarci anche della contemporaneità attraverso una serie di mostre questa qui è la camera oscura che questa immagine che il primo spazio a cui eravamo interessati che abbiamo subito riattivato per poter sviluppare e stampare le fotografie e come vi dicevo abbiamo cominciato a interessarci anche di contemporaneità quindi a realizzare mostre con le nostre foto cercando di coinvolgere altri fotografi locali cercando sempre temi che in un qualche modo potessero relazionarsi con la città col territorio nella speranza che le fotografie scattate oggi siano poi l'archivio di domani è fondamentalmente una delle cose che abbiamo notato fin da subito ad esempio quando abbiamo preso in mano questa questa raccolta di immagini è che fotografie ottocento inizio novecento della seconda guerra mondiale ce n'erano tantissime all'interno dell'archivio ma più ci avvicinavamo ai nostri giorni più le fotografie e diminuivano perché il gruppo che ci aveva preceduto che negli anni settanta aveva fondato questa questa realtà si era occupata tantissimo di cercare poco di documentare il presente solo che poi erano passati quaranta anni e quindi si era creato un buco c'è dagli anni settanta in poi c'era un buco perché non avevano fotografato il contemporaneo avevano soltanto ricercato le cose e le cose vecchie e quindi appunto per ovviare a questa questa possibilità futura abbiamo cominciato anche a interroga l'arci è appunto su su sulla documentazione contemporanea l'abbiamo fatto attraverso una serie di mostre e iniziative comunque legate alla fotografia abbiamo iniziato a fare anche eventi eventi aperti alla cittadinanza che potessero appunto aumentare il coinvolgimento attorno a questa associazione e perché fosse sempre più partecipata quindi anche un'idea di cercare di dialogare con tutti attraverso la fotografia anche attraverso eventi che fossero in grado di coinvolgere altri linguaggi quindi eventi dove oltre alle esposizioni fotografiche fosse ci fosse la possibilità di far suonare delle persone o di esporre fotografie di altri dialogare con altri altre tipologie di artisti anche per arricchire appunto l'offerta l'offerta culturale ma venendo più all'archivio che è quello di cui volevamo parlare oggi a partire dal duemiladiciassette quindi in realtà dopo sette anni che avevamo preso in mano questo questo archivio abbiamo iniziato questa associazione anzi abbiamo iniziato un'attività di valorizzazione del patrimonio fotografico che avevamo ovvero nei primi sette anni di attività noi ci siamo perlopiù concentra nati nel mantenere questa raccolta che avevamo ereditato e è nei nostri progetti documentazione fotografica contemporanea che andassero ad arricchire in un qualche modo è dal duemiladiciassette in poi invece attraverso anche la vittoria di un bando regionale dell'istituto per i beni culturali della regione emilia romagna e che ci ha dato un po' di fondi ci ha messo a disposizione i primi fondi e abbiamo iniziato un'attività proprio di valorizzazione dei fondi fotografici storici e nessuno di noi aveva una formazione da archivista quindi abbiamo dovuto studiare abbiamo dovuto capire come come fare però noi eravamo interessati in a fare due cose prima cosa a in un qualche modo assicurare che queste fotografie che che avevamo che sono perlopiù dei supporti analogici quindi negativi stampe su carta negativi su vetro lastre in vetro quindi anche oggetti sono soggetti al deperimento e potessero conservarsi al meglio e durare il più possibile nel tempo e poi eravamo interessati a trovare la maniera di metterli più facilmente a disposizione di tutti perché nel duemiladieci quando noi abbiamo preso in mano la gestione di questo archivio questo archivio non era digitalizzato e quindi per vedere le fotografie occorreva prendere appuntamento con un nostro incaricato venire presso la nostra sede fare una richiesta specifica su un tipo di ricerca che si voleva andare andare ad effettuare sull'archivio e poi con pazienza noi che iniziavamo a conoscere queste fotografie dove erano catalogate come erano messe che sezioni tematiche poteva incrociare quel tipo di ricerca e dovevamo andarle a ripescare fondamentalmente volevamo uno strumento più snello più attuale e più contemporaneo e quindi dal di lì abbiamo iniziato appunto anche un'opera di digitalizzazione messi in rete vi faccio vedere una carrellata un po' di fotografie tipo best of della fototeca giusto per farvi per darvi un'idea del tipo di materiali che è possibile trovare all'interno del nostro archivio e questa qui è una delle fotografie più vecchio che abbiamo una lastra in vetro del millenovecento più o meno inizio millenovecento del fotografo giuseppe cattani che è stato uno dei più attivi a paese insieme al figlio poi achille che che ha continuato la sua attività di fotografo e una lastra in vetro molto grande pensate che il negativo di questa di questa foto era grande circa venti per trenta centimetri quindi più di un foglio a quattro di questo formato qui ne conserviamo poche perché sono sono rare se ne sono molto poche ne abbiamo credo una ventina in tutto e una foto della piazza che oggi in realtà se se passate da faenza più o meno invariata cioè è rimasta quella che vedete nella fotografia tra le foto più famose abbiamo anche questa qui che la foto di giosuè carducci al bar centrale della città mentre si beve una birra dreher probabilmente dal cartello sullo sfondo e carducci passava spesso da faenza aveva degli amici in città e quindi mi veniva a trovare ed è stato più volte fotografato anche questo crea una fotografia di inizio di inizio secolo l'autore si chiama selmi il fotografo ci sono le foto che testimoniano le i cambiamenti urbanistici nella città di faenza anche in un qualche modo drammaticamente attuali quello che vedete ad esempio è il ponte di ferro che collegava la città di faenza al quartiere borgo di adesso non so se qualcuno di voi conosce la città è questo questo ponte di ferro venne poi distrutto durante la seconda guerra mondiale fu poi ricostruito l'attuale ponte delle grazie che è notizia di pochi giorni fa che dovrà essere distrutto perché troppo compromesso dall'alluvione del diciassette del diciassette maggio quindi ormai irrecuperabile e andrà demolito ricostruito per intero vero è prima di quel ponte lì appunto c'era questo ponte di ferro anche questo distrutto appunto come dicevo nella seconda guerra mondiale sono poi molte le foto della seconda guerra mondiale conflitto bellico e molte di queste le abbiamo acquisite da altri archivi c'è una collezione di diverse centinaia di esemplari di fotografie scattate proprio dai soldati alleati durante la seconda guerra mondiale ogni ogni truppa che si trovava a combattere aveva al suo seguito sempre un fotografo e un cameramen proprio formati dall'esercito alleato per documentare la guerra e a fini di propaganda fondamentalmente è tutto questo materiale che è stato registrato dai soldati poi a cui è confluito in un unico grande archivio che l'archivio dell'impero war museum con sede con sede a londra e negli anni ottanta la precedente gestione della fototeca manfrediana aveva acquisito tutte le fotografie scattate nell'area del trentino quindi noi con conserviamo ancora oggi questa questa collezione che è abbastanza nota ed è presente all'interno del nostro del nostro archivio ci sono poi altre foto e sempre di carattere urbanistico questo ad esempio sono fotografie commissionate dal comune negli anni trenta per l'abbattimento di un intero quartiere della città dietro la piazza principale c'era un intero quartiere che andava risanato in qualche modo è all'epoca il governo fascista decise di demolirlo in toto quindi di far evacuare le persone di demolirlo completamente per poi realizzare un grande mercato coperto mercato che non venne mai realizzato perché poi arrivò la guerra e non c'erano più i fondi a disposizione per per per andare a fare questo intervento e rimase un grande spiazzo vuoto che che poi oggi è occupato da un parcheggio fondamentalmente tutte le pagine di abbattimento furono documentate abbiamo tantissime fotografie commissionate finalità tecniche che però sono estremamente preziose oggi perché sono fatte in maniera molto molto accurata e testimoniano sempre grandi trasformazioni che ha subito che ha subito la città ci sono poi invece anche diverse foto di costume queste qui ce n'è tutta una serie queste foto sono della fine del milleottocento le conserviamo su lastra di vetro e sono tutti ritratti prevalentemente femminili credo che siano circa un centinaio c'è un solo ritratto maschile e tutti gli altri sono sono sono figure femminili sempre con questi abiti d'epoca e come vedete questa foto è estrema compromesso è molto danneggiata e quasi tutte quelle di questa collezione sono sono danneggiate in questo modo dalla lastra di vetro proprio nel tempo a causa dell'umidità e della cattiva conservazione e si è scrostata via proprio la gelatina con l'immagine e si sono creati questi questi effetti che alla fine diventano quasi estetici all'interno dell'immagine l'avana in un qualche modo a ad incorniciare e questa fotografia quindi ci ricorda anche che gli oggetti fotografici foto tipi se vogliamo usare un termine tecnico sono oggetti puoi anche estremamente fragile e che quindi vanno tutelati appunto perché altrimenti rischiano di compromettersi molto adesso in questo caso l'effetto finale anche quasi esteticamente piacevole però molte volte diventano irrecuperabili proprio non riusciamo più a leggere l'immagine queste fotografie ad esempio fino a qualche anno fa non sapevamo chi fosse l'autore l'autore era indicato come anonimo e poi da una recente acquisizione che abbiamo fatto una donazione che ci ha fatto una signora di faenza siamo riusciti a rintracciare il fotografo ovvero lei ci ha donato delle stampe realizzate da suo nonno molte recavano anche proprio la firma del fotografo sul sotto la stampa e abbiamo riconosciuto le stesse persone che vanno in questi negativi in alcuni casi è stata anche proprio possibile andare a ritrovare lo stesso negativo e questo ci ha dato un'indicazione appunto sul sul fotografo che oggi siamo in grado di dire che marco baldi e la la storia interessante che francesco baldi non era un fotografo o almeno non era un fotografo professionista era un produttore vinicolo che tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento diseredato dalla famiglia bolognese di origine bolognese trovò rifugio nelle campagne faentine in una villa in una vecchia villa con un vigneto e si mise a produrre produrre vini vini estremamente pregiato infatti divenne produttore di campania e lo portava addirittura in russia e in francia quindi per esportarlo in fr anch'io penso che dovesse essere abbastanza buono e ebbe grande fortuna fortuna poi della pedata dal figlio che aveva meno capacità imprenditoriali e ho avuto la fortuna di parlare con la nipote che ci ha regalato questo materiale perché quello che continua a succedere ancora oggi a faenza che tante persone ci regalano fotografie per arricchire la nostra collezione quello che non ho sottolineato forse sufficiente che questa raccolta questo archivio è un archivio partecipato dove la città ha regalato alla nostra associazione ma la città stessa in un qualche modo materiali fotografici perché in qualche modo venisse preservata la memoria visiva della città e quindi dicevo qui abbiamo siamo stati in grado anche di ritrovare chi era chi era l'autore altre foto di costume questa è una foto degli anni venti del novecento un ritratto a mio avviso bellissimo tra le mie foto preferite dell'archivio estremamente contemporanea nella composizione vediamo il fotografo che decide di fare questo ritratto e fotografando dal basso una cosa che forse oggi non non ci sembra così sorprendente ma per i canoni dell'epoca era abbastanza inconsueto e queste sono fotografie di un pittore che si chiama francesco nonni poi abbiamo i grandi eventi che hanno che hanno interessato la città di faenza qui siamo nell'immediato dopoguerra nei primi anni cinquanta è un comizio politico in piazza del socialista pietro nenni faentino e anche qui si vede c'è quello che viene documentata la grandissima partecipazione c'è proprio la storia sociale anche della nostra della nostra città quanto è appunto in quell'epoca libici ricordiamoci che era appena finita l'occupazione nazifascista ci fosse proprio voglia di partecipare alla vita alla vita politica piatta completamente gremita e con il loggiato la gente addirittura sui pali sui pali per la strada per riuscire a vedere meglio e poi vabbè abbiamo foto più cartolina come questa qui è una nevicata degli anni sessanta sempre in una piazza che bene o male da dall'epoca non è mai non è mai cambiato le fotografie sono conservate almeno noi le abbiamo trovate conservate così all'interno di schede catalografiche e ogni fotografia ha la sua scheda quando dico si vede che qualcuno ci aveva dedicato molto tempo e molto lavoro intendo questo ogni fotografia la sua scheda ordinata con tutte le informazioni numero sequenziale che d'inventario che va a descrivere appunto la posizione dell'inventario il nome del fotografo la data informazioni storico-critica aggiuntive sempre una riproduzione dell'immagine al centro che venivano realizzate poi in camera oscura all'epoca quindi anche qui altro tempo che necessitava fare tutte le riproduzioni e noi l'abbiamo trovato così l'archivio con oltre cinque mila schede tutte impilate tutto in ordine e i negativi poi gli originali a cui faceva riferimento la fotografia di riproduzione sul fronte della scheda all'interno di piccole scatole per diapositive anche qui tutti numerati tutti ordinati mentre le lastre negative in vetro all'interno delle loro scatole originali questa era la situazione diciamo di partenza dal duemiladiciassette in poi abbiamo deciso invece di intervenire per avere una una conservazione più scientifica dei materiali tutti questi contenitori nei quali si trovavano i negativi le lastre eccetera sono risultati non idonei alla conservazione dei materiali fotografici a lungo tempo perché erano materiali che interagivano chimicamente con i fototipi quindi negativi le stampe le lastre e interagiscono chimicamente con questi con questi con questi materiali e soprattutto in caso di esposizione ad ambienti sì umidi e rischiavano di alterarsi e di compromettere in maniera anche irreversibile e le fotografie quindi abbiamo fatto prima un grande lavoro di pulitura di tutti di tutti i supporti e poi un loro ricollocamento all'interno di materiali certificati patty che sono di materiali che si utilizzano in archivistica che sono materiali che il produttore ha proprio grazie a questa certificazione assicura che non vadano ad interferire con e con quel fototipi queste sono ad esempio come vengono ricollocate le lastre negative in vetro qui abbiamo la scheda catalografica con la riproduzione tutti i dati eccetera la lastra in vetro originale il contenitore dove era tenuto prima queste belle scatoline di inizio novecento con delle belle grafiche che hanno questo fascino vintage diciamo ma che però non sono assolutamente idonee a mantenere al loro interno materiali fotografici perché il cartone a inizio novecento veniva prodotto con una tecnica che lo rendeva un ambiente fortemente acido e quindi normalmente interagiscono con con le emulsioni fotografiche che sono all'interno ed è il motivo per cui se conserviamo le lastre negative in vetro all'interno di queste scatole normalmente la prima e l'ultima lastra se ne abbiamo una pila che sono quelli a contatto diretto con il cartone sono le foto normalmente più compromesse mentre quello al centro normalmente si si conservano meglio ecco l'abbiamo tolta da queste scatole l'abbiamo messo all'interno di queste buste in carta e queste buste a quattro falde in un cartone sempre certificato patty che non interagiscono con l'emulsione qui è come appariva ad esempio un armadietto dove venivano contenute le lastre prima dell'intervento di di conservazione è qui e come puoi appariva dopo quindi materiali tutti ordinati etichettati inventariati bene a questo abbiamo fatto seguire un intervento anche di digitalizzazione qui possiamo vedere ad esempio a destra e la lastra a sinistra della lastra negativa originale un altro ritratto di francesco baldi di cui vi parlavo anche prima e a destra la sua la sua digitalizzazione quindi dopo che è stata acquisita digitalmente con uno scanner specifico per l'acquisizione di materiali trasparenti questo lavoro qui è stato fatto su tutti i fototipi inventariati e so anche tutti gli altri materiali non ancora inventariate quindi abbiamo fatto una digitalizzazione di massa che ci ha consentito di digitalizzare più di diecimila e negativi e sempre nell'ambito della valorizzazione poi abbiamo fatto alcuni e momenti d'incontro anche per la città per raccontare questo intervento che era stato fatto all'interno di una rassegna chiamata prima e ottocento e poi grazie ad altre mostre come questo qui che vedete la locandina sulla sulla sulla destra questo ad esempio il giorno in cui abbiamo presentato il lavoro fatto l'archivio con il professor claudio marra dell'università di bologna che è venuto a trovarci a faenza in una giornata che è stato una sorta di focus day su gli archivi e le attività di valorizzazione della fotografia e poi abbiamo creato un portale e di di consultazione dell'archivio quindi un sito internet dedicato una piattaforma dedicata a conservare tutto il materiale il sito è raggiungibile all'indirizzo archivio fototeca manfrediana punto it dove attualmente ancora in fase di caricamento tutto il nostro patrimonio adesso all'incirca tre duecento fotografie online ognuna con la propria scheda catalografica quindi vedete il mosaico con tutte le fotografie e la versione digitale della scheda cartacea che vi ho fatto che vi ho fatto vedere privo quindi tutte le informazioni ovviamente ordinate organizzate e che si possono consultare si possono fare ricerche ci sono collegamenti ipertestuali tra le pagine e ne consente una facile navigazione abbiamo aperto poi anche dei canali social dove dove facciamo divulgazione di questa immagine l'idea è sempre quello di far vedere le fotografie il più possibile la precedente gestione della fototeca ad esempio aveva una una politica differente e aveva il timore che in un qualche modo queste fotografie potessero girare troppo potessero qualcuno potesse crearsi un archivio parallelo da un'altra parte quindi cercavano di divulgarla il meno possibile o con grandi limiti ecco noi abbiamo un approccio drasticamente diverso cerchiamo di farle girare il più possibile il motivo per cui le carichiamo all'interno del sito le carichiamo all'interno dei nostri canali social l'idea è che le fotografie dentro gli schedari servono veramente a poco e niente quindi è meglio renderlo fruibile meglio mettere a disposizione perché proprio nel momento in cui le mette a disposizione di tutti che queste foto vivono si creano collegamenti si creano ricerche si trovano altre informazioni cioè tutte le cose vengono a sistema in un qualche partecipiamo anche al censimento italiano degli archivi fotografici che è una delle diciamo politiche avviate negli ultimi anni dal ministero è appunto per cercare di riconoscere un ruolo agli archivi agli archivi gli archivi fotografici e diciamo che in italia rispetto ad altri paesi si è sempre fatto molto poco sulla valorizzazione del patrimonio fotografico storico negli ultimi anni sembra che qualcosina in più si stia muovendo e quindi noi aderiamo anche a questi canali più istituzionali e nella speranza che ci possono essere una migliore valorizzazione del patrimonio fotografico e poi vi racconto l'ultima acquisizione che abbiamo fatto che questo fondo che si chiama fondo francesco nonni l'ho nominata anche prima quando gli ho fatto vedere la carrellata di fotografie e un fondo fotografico che abbiamo acquisito di recente due anni fa e comprende trecentosei ottantadue fototipi prevalentemente lastre in vetro negative nove per dodici ritrovate un po' per caso da un collezionista bagno di romagna in maniera del tutto casuale e poi acquistate proprio dalla nostra associazione perché facendo una ricerca è venuto fuori che questa collezione di fotografie erano riconducibili all'autorialità di questo francesco nonni che è stato un artista importante del novecento faentino tra i più importanti pittore incisore chilo grafo e ceramista e e da queste fotografie abbiamo capito anche ecografo è stato molto interessante questo lavoro perché essendo lui un artista storicizzato in un qualche modo su cui è stato fatto ricerca cioè bibliografia eccetera abbiamo potuto confrontare molte di queste fotografie dimenticate con altre sue opere e i rimandi e i collegamenti sono molto evidenti tanto da da da da capire che la fotografia poteva essere una sorta di strumento preparatorio ha poi altre discipline è stata una vicenda assolutamente molto interessante da indagare e ha portato poi anche alla realizzazione di una mostra che è l'ultima grande mostra che abbiamo fatto con la fototeca nella primavera dell'anno scorso e adesso che faccio qualche immagine queste sono come abbiamo come erano conservate le lastre quando l'abbiamo ritrovata all'interno di queste tre di queste tre scatole all'interno ovviamente come sempre le scatoline originali e con le lastre in vetro che come dicevo non sono idonei alla conservazione quindi sono state immediatamente spostate dal di lì e poi questo e sono alcune delle fotografie alcune delle fotografie ritrovate sono tutte scat state dalla ricerca che abbiamo fatto più o meno dal millenovecentosette millenovecentotto fino all'inizio della prima guerra mondiale nel millenovecentoquindici quando lui è dovuto partire per la guerra diciamo e sono riconoscibili molti luoghi della città sempre interpretati però con un punto di vista artistico cioè si vede che la sua intenzione un'intenzione artistica nel dare a realizzare la fotografia alcuni temi sono ricorrenti come soggetti che si rifanno al mondo rurale animali e alcuni luoghi della città come ad esempio questa zona qui dove c'è questa vasca questa vasca dove lui gioca molto con questi riflessi e li va a fotografare poi puoi più volte ci sono anche diversi luoghi del forese cioè della zona attorno alla città di faenza fino ad arrivare anche qui alle zone più o meno dove siamo noi perché ci sono fotografie di san benedetto in alpe che non è poi molto distante da rocca c'è tutta una parte dedicata ai calanchi al paesaggio e al paesaggio romagnolo di cui lui doveva essere grande estimatore e tutto questo materiale che che abbiamo acquisito sul quale stiamo facendo una campagna anzi abbiamo fatto una campagna di digitalizzazione e sul quale stiamo facendo un'attività di ricerca come primo risultato sono confluite all'interno di questa mostra che come vi dicevo è stata inaugurata nell'aprile dell'anno scorso a faenza dal titolo the archivio una campagna il paesaggio è paesaggio rurale romagnolo visto attraverso gli archivi guerra nonni visani e era una una mostra che metteva insieme tre archivi di cui uno era il punto di francesco nonni e voleva sensibilizzare maggiormente il pubblico anche sul tema della valorizzazione della fotografia e del patrimonio fotografico queste sono alcune foto dell'allestimento perché è stato fatto in alla molinella faenza anche qui l'idea è quella di prendere del materiale fotografico e storico e disporlo sempre con un certo rigore scientifico e dando anche ampio spazio alle ai materiali fotografici cioè non soltanto all'immagine in sé ma cercando di far capire allo spettatore anche da dove arrivano quelle fotografie come sono state realizzate in che tipo di materiali sono oggi conservati e che tipo di intervento bisogna fare affinché questi materiali e non deperiscono eccola là la presentazione della fototeca della sua attività e direi che bene o male finisce qui e come vi dicevo l'archivio che noi conserviamo e sul quale continuiamo a lavorare che continuiamo ad arricchire un archivio partecipato che chi nasce appunto dalla raccolta di tanto materiale fotografico intorno ad un unico tema che nel nostro caso alla città di faenza i suoi personaggi la sua storia è e tutto ciò che ci ruota intorno e e allo stesso modo e da qui abbiamo pensato di chiamare la giornata di oggi la nascita di un archivio e ci siamo interrogati sul fatto che si potesse creare uno strumento più contemporaneo rispetto agli schedari dove i signori del millenovecentosettantuno che hanno fondi dato la fototeca hanno cominciato ad accumulare fotografie e sul quale far confluire tutto il materiale fotografico prodotto ad habitat e e più in generale nelle zone nelle quali habitat va ad operare quindi nell'appennino tosco tosco romagnolo e ve lo faccio raccontare meglio da da michele la loro prima gianmarco ha parlato da detto una cosa molto molto importante che le fotografie del presidente vengono sempre un po' dimenticate e quindi noi con questa piattaforma vorremmo evitare che questa cosa succeda perché tutte le fotografie sono state scattate oggi vengono sostanzialmente dimenticata all'interno degli hard disk che non vengono condivise con gli altri a meno che uno lo non condivisa sui social network anche lì rimane una cosa mono via insomma uno condividere poi anche lei viene dimenticato col tempo perché viene superato da altre fotografie questa piccola piattaforma che adesso vi vediamo grazie ancora un piccolo cuore stampato su carta vuole cercare di ovviare a questa cosa qua quindi è un archivio partecipato in cui qualsiasi persona può caricare un'immagine istantaneamente come se fossero all'interno di un social network sostanzialmente è col tempo si viene a creare questo archivio partecipato con tutte le attività che vengono svolte in questo in questo spazio questo spazio territoriale e di aggregazione abbiamo cominciato noi già a caricare qualche immagine il metodo di caricamento è molto semplice c'è un granchio un pulsante all'inizio che ho scritto carica foto e vi chiederà determinate vi chiederà determinati campi da compilare e grazie a questi campi col tempo avremo informazioni dettagliate sulle singole fotografie che andranno a comporre appunto questo archivio nel tempo quindi quello che riceviamo da adesso in poi e che se volete partecipare a questa cosa insieme ad habitat insieme a noi della fototeca siete liberi di caricare le foto scattate in questi giorni del passato sicuramente perché abbiamo lasciato il campo data che può essere prenotato quindi libero e niente adesso in questo cominciamo a costruire insieme questo questo archivio che poi doneremo ad habitat adesso sono sui nostri server tutte le fotografie ma comunque lo doneremo ad habitat e e lasceremo liberi tutti di costruire insieme questo archivio sì l'idea è che sia uno strumento sia per caricare materiale sia per consultarlo quindi anche per andare a ricercare le varie attività creando una mappatura e il sito è in fase di sperimentazione beta quindi ogni tanto può avere qualche qualche piccola falla però l'idea anche insieme a diaco jacopo ne abbiamo parlato e di farlo e di farlo crescere e far sì che si diventi uno spazio è utilizzato il più possibile per far confluire tutto il materiale fotografico e delle edizioni passate presenti e future di di habitat quindi più lo utilizziamo più provate ad utilizzarlo più provate a caricare materiale più diventa facile anche per noi andare ad implementare a migliorarlo e a renderlo più facilmente fruibile ecco e niente io non la parola fabio aggiungo giusto una cosa che è un po' il limite degli archivi nel senso che quando partono sicuramente sono molto fruibili le foto si ricercano in maniera veloce senza tanta ricerca e però ecco nel tempo i gli archivi diventano difficili da consultare e questo richiede da parte del catalogatore da parte dell'ente che si occupa di questa conservazione di specificare al meglio tutti i campi di ogni fotografia per far sì che in futuro queste fotografie si riescono a ricercare a distinguere da altre fotografie simili a distinguere i vari autori le varie persone ritratte i vari luoghi catturati quindi quello che secondo me è importante che che che che dovete fare insomma quando caricate le foto ad essere il più specifici possibile quindi a differenza del caricare un'immagine su instagram con pochi tag o senza tag l'archivio purtroppo richiede l'inserimento di tag specifici quindi più siete dettagliati più le vostre fotografie in futuro saranno ricercabili perché altrimenti una fotografia caricata su un archivio senza informazioni e una fotografia che andrà persa ed è il problema il limite appunto come dicevo degli archivi quindi se cercate di essere più specifici possibile è meglio poi è chiaro che si fa il possibile ecco già riuscire a creare un luogo dove possono stare sperare di poterle conservare già tanto però in futuro si spererà che le foto sul sito di habitat siano tantissime e quindi fra dieci anni si spera di ritrovare anche le foto che caricheremo oggi ecco esatto esatto infatti va fatto subito magari caricare meno foto ma fatte meglio è un po' come si faceva quando si aveva la pellicola trentasei foto bisognava farle non dico tutte buone ma poche ma ma ma ma curata ecco più che caricarne tante senza indicare nessuna informazione l'archivio ha un po' quel quel valore cui significato lì tutto qua lo strumento caricati caricate foto poi magari ci diamo un'occhiata tutti insieme rompiamo rompiamo le righe