vi invitiamo per chi vorrà partecipare al prossimo workshop e parole con city hall ad avvicinarsi all'area capannino ari atoll rinnovata da un po' d'ombra sembra per davvero salutiamo anche gli amici le amiche che si ascoltano sempre sull'internet ricordiamo la possibilità di ascoltare quello che succede in qualche modo da qui e lì tra pochissimo iniziamo ma io posso passo prova prova altri microfoni cosa lasciare gestione anarchica se almeno se qualcuno che poi vuole uno dieci dai la curva sud eccoci ciao a tutti grazie mille prima cosa io ho dei bicchieri e una bottiglia d'acqua se volete poi dell'acqua chiedetemelo costa soltanto cinquanta centesimi al bicchiere in realtà allora grazie grazie mille a habitat grazie a jacopo da cui viene il contatto perché jacopo collabora con studio tempo che lo studio grafico che segue city hall da quindici anni sono entrato tredici anni fa e invece è nato quindici anni fa e c'era già studio tempo quando ci era più o meno grosso così anzi questo è già un'evoluzione perché i primissimi non li port perché ne ho una copia ha quindi non mi fido di me stesso erano addirittura pinzati avevano sessantaquattro pagine queste ragioni evoluzione con un pochino di brossura ai lati poi magari ve ne parlo organizzavamo anche i campionati mondiali di nascondino è una cosa che qui siamo molto molto fieri inizia a deviare subito fin dalla fin dall'inizio allora io avevo un quadernetto giallo classico macchina perché mi sono fatto una scaletta che ho deciso di rompere prima ancora che iniziasse perché non mi sembrava sensato mi è piaciuto moltissimo nell'incontro di prima così partecipato dialogato quindi vorrei fare esattamente la stessa cosa per cui la scaletta è rimasta lì ma si ride si divideva in tre movimenti era un quadernetto giallo con una serie di appunti il primo è che cosa è e che cosa non e un reportage narrativo perché ci elle magazine e casa editrice che faccio ordine si occupa di reportage narrativo come troviamo le idee come si trovano le idee che taglio diamo alle idee il terzo capitolo quello più difficile è a rischio cialtroneria chiara che è un ambito della vita che a me piace la cialtroneria che la divide dalla ciarlataneria che è una cosa molto diversa era come si fa a capire se un'idea è una buona idea magari comunque riescono a inserire tutte le faccende che si erano sul quadernetto giallo nella macchina anche all'interno della conversazione però mi interessava rompere completamente lo schema quindi credo che ci siano due microfoni che girano esatto detentore tre microfoni addirittura intervenite voi per primi e poi dopo le facciamo girare insomma fategli aid satori gli agitatori culturali chi conosce già cit ok tra l'altro una cosa che mi ha stupito tantissimo e che almeno due persone mi hanno dichiarato di conoscere lei quando era ancora così quindi c'è una cosa stranissima no perché a bergamo succede per fortuna mentre fuori tutti ci conoscono per quello che siamo adesso no adesso adesso è realtà siamo così con un buco in copertina comunque ci sia reale nasce nel duemilanove a bergamo da un gruppo di amici io non c'era ancora intorno a questo tavolo rotondo tavolo rotondo mitologico ma forse tu hai anche visto non lo so c'è ancora non può uscire dalla porta della redazione adesso che è stato costruito e allora va un po' cos'era nell'odissea ulisse che costruisce il talamo nuziale a partire da questa quercia gigante poi cosa c'entrano la casa lì non è andata così ma il c'era un redattore che era falegname come graffitaro e addetto alla guerriglia marketing contemporaneamente e ha costruito questo tavolo all'interno di questa di questa stanza di appartamento l'ha costruita all'interno del più grande della porta in qualsiasi modo tu lo metta non può uscire quindi nasce nel duemilanove e nasce come una fanzine a tutti gli effetti autoprodotta come tuttora pinzata distribuita mano e andavamo proprio fisicamente in tutti i bar di bergamo e provincia le poche librerie che ci sono bergamo e provincia subito critica verso i propri i propri luoghi fuori dalla stazione ho fatto una cosa estremamente divertente che è successo veramente divertente significativa ho fatto una presentazione a milano tre giorni fa e mi chiedevano quando siete nati che target di pubblico avete in mente immaginate dalla gente che va a molestare gli studenti che scendono dal treno e gli dai in mano delle idee delle fanzine quindi non avevo in mente nessun tipo di target a un certo punto questo tipo di progetto che si basava a livello di sostenibilità economica che magari possiamo parlare anche di questo se qualcuno poi interessa perché magari interessa fare riviste fanzine il nostro modello dire di business è un pò imbarazzante modello iniziale si basava sul fatto che c'era una persona uno dei fondatori che andava a molestare principalmente i bar e chiedeva delle pubblicità per cui c'era la serata ix metti la pagina pubblicitaria sudditi e rallye in questo modo noi facevamo una raccolta di eventi di quello che succedeva in città e due o tre rubriche non allineate io entro come deve vi racconto un po' di dietro le quinte più divertente quando siamo quando siamo in situazioni così dentro perché in realtà avevo un blog vero tre anni in cui scrivevo dei racconti tutti in prima persona mi inventavo dei personaggi e a un certo punto mi entra in contatto con questa realtà di carrelli vivevo un po' tra bergamo e milano e mi chiedono ma hai una rubrica da da presentarci e a me viene in mente questa cosa senza nessuna consapevolezza schematica precedente che mi sarebbe interessato a raccontare delle vite di persone zone cosiddette fuori dai radar che quello che facciamo esattamente adesso ma perché appunto mi sono insinuato come un virus poi ho conquistato tutto l'organismo di r kelly è andata così cioè nella dell'isola bergamasca l'isola bergamasca non è niente di poetico è un posto in cui sono nato è un'isola perché c'è del brembo che si uniscono alle spalle c'è il monte canto che la cinge non è un luogo turistico ovviamente è c'era questa c'erano queste scritte che comparivano soprattutto sui cavalcavia no è su queste scritte c'era scritto lalla io amo un numero di telefono e questa lalla e un cuore suo il suo logo questa lalla era ed è poi finita in carcere più tracciata dopo una prostituta storica della l'isola bergamasca che ha fatto tutta una serie di passaggi di marketing per cui lei era stata una delle prima forse l'unica anche perché non è così conveniente ad andare a come dire a lavorare in moto per cui lei aveva queste queste moto potenti suzuki kawasaki sarà anche un fantastico biglietto da visita che non mi ricordo con le marche delle moto se vuoi una marcia in più al cuore io amo leggere era incredibile solo a casa il biglietto da visita quindi prima aveva la moto poi si è comprato un camper con gli introiti e quindi parcheggiava il suo camper e poi infine si è comprata una piccola casa in cui senza nessun tipo di pappone o simili era prostituzione indipendente come noi facciamo editoria indipendente lei faceva proprio prostituzione indipendente quando l'ho incontrata io vado a sessanta anni quindi è semplicemente cosa cosa faccio mi chiama questo numero lei mi risponde mi dice amore posso fare qualcosa per te ventitré anni la tua vita sempre quanto si sia creata subito quella è una cosa estremamente interessante quando si diceva rompere la narrazione comune in questo caso nel caso molto piccolo lei era pronta alla sua modalità di lavoro per cui risponde in un certo modo standardizzato come dire buongiorno panetteria se tu subito sposti l'asse della della aspettato succede subito qualcosa no questo lo raccontano non solo per l'aneddotica ma perché probabilmente uno dei primi elementi di chi vuol fare reportage narrativo provare a spostare l'asse di chi ha davanti ma in primis per farlo di spostare il tuo odiasse perché anch'io naturalmente non avevo mai chiamato una prostituta e quindi non sapevano e figuratevi poi per dirle vorrei raccontare la tua storia non sono un giornalista non sono nessuno sono studente di lettere succede una cosa estremamente interessanti e ho raccontato la la sua storia e lei mi ha dato appuntamento siamo andati in questa trattoria di camionisti lei ad adocchiare salutava faceva e tutta la nostra conversazione era alternata tra delle cose estremamente tenere quasi al limite del patetismo e ho dovuto quasi un po' asciugare mi che mi raccontava e poi quando la chiamavano i clienti perché lavorava anche a pranzo insomma almeno per rispondere alle chiamate mettere in agenda questi clienti cambiava completamente tono voce no per cui diventava un personaggio gio al lavoro e già questo doppio binario mi interessava tantissimo comunque entro in città il rally in questo modo raccontando questa storia pazzesca incredibile di una persona che era nota a tutti di nuovo qui è un'altra cosa interessante se tutti sapevano che esisteva questa layla tutti nell'isola che esisteva questo questo questo numero di telefono gigante su tantissimi cavalcavia ma io cercando online nessuno aveva mai raccontato questa storia perché perché si crede si ci si illude che a tutti interessano le stesse cose ovvero dicevano prima francesca e silvia del della sproporzione tra quando un luogo viene raccontato dall'esterno nel loro caso poi tutto successiva un trauma quindi arrivano le televisioni per cui siamo nelle marche c'è stato il terremoto e sono tutti pastori quindi diventa un melodramma cioè ci servono questi personaggi chiamiamo questi li chiamiamo gli mettiamo addosso questi abiti nel momento in cui questa cosa in realtà accade continuamente sempre anche quelle storie più lontane da noi ci siamo il momento in cui possiamo con pochi click illuderci di conoscere una storia che è in birmania però tante volte quella storia lì viene vestita di schematismi per c cui bono sta da una parte il cattivo sta dall'altra ti serve l'aggancio subito saporito per cui almeno la gente fa clic eccetera eccetera e resta fuori tantissimo una cosa che ci chiedono spesso ovvero adesso che è tutto sovra raccontato tutto è mescolato tra giornalismo e letteratura nel senso non tanto letteratura magari narrazione un po' tra falso e vero eccetera non credete che sia pericoloso giocare sul reportage narrativo che appunto è un genere che per sua definizione non definizione cammina tra cosiddetto giornalismo e cosiddetta letteratura torniamo a farlo ancora più grossa tra cosiddetta realtà cosiddetta finzione perché abbiamo bisogno sogno di formazione certa oddio le fake news eccetera eccetera secondo me c'è esattamente bisogno di questo di saper maneggiare gli strumenti da da da da produttori e da lettori di questo confine sopra cui camminiamo perché anche se stiamo parlando di giornalismo in senso stretto c'è comunque un punto di vista da cui si guarda alle cose c'è un facciamo una fotografia tagliamo un quadro della realtà per cui qualcosa resta fuori se io faccio una fotografia della presentazione con me alle spalle con loro dice che c'è uno su laura che se ne fotte e quindi sta andando malissimo e settantadue persone sta andando male se faccio la stessa fotografia qui sembra tutto affollato capite anche la fotografia stessa è un che sembra una una restituzione nitida la realtà è sempre una scelta quello che cerchiamo di fare noi è proprio dichiarare questa cosa cioè dire noi facciamo reportage narrativo sono tutte storie vere sono tutte storie fuori dai radar periferiche che laterali ma la cosa che io credo fa un'enorme differenza è la fiducia e la stima in chi legge non c'è se tu inizia fare un progetto non dico soltanto scrivere un testo reportage ma far parte di una redazione creare una casa editrice e creare una rivista tutto quello che vuoi pensando che chi c'è dall'altra parte possa essere più intelligente e più profondo più sensibile e più tutto rispetto a te che produce queste cose si innesca in automatico una piccola rivoluzione che lottano così piccola non e poi si va a giocare in un campo con mille limitazioni con tutto quello che riguarda i problemi del giornalismo dell'editoria la distribuzione mille cose benissimo che vanno affrontate però se non parti da quello che c'è prima e quindi tu la smetti di vedere i lettori elettrici come un target di marketing cioè i miei lett tori elettrici sono delle sessantenni di questa zona dell'italia a cui interessa sicuramente questa rom non è vero magari sono davvero di quella zona e l'italia abbia sessant'anni ma forse potrebbero stupirti se le vai a incontrare da vicino e quindi quello che cerca di fare cicciarelli è esattamente questa cosa quindi andare dal vicino di casa il famoso vicino di casa a cui non si chiede più il sale e il sale non ce ne facciamo moltissime brasov entravo possiamo scopriamo questa questa storia quando il mio vicino di casa ci apre la porta infiliamo il nostro piedino o anche il piede di porco se serve volte e cerchiamo di farci raccontare la sua storia e si scoprono delle cose estremamente estremamente interessanti un esempio organizza già vi lascio dello spazio per delle domande che sembrano fatte deviare subito quindi dicevo cit r l nasce così poi diventa casa editrice e iniziamo una trilogia normalissima la trilogia normalissima questo è il primo il primo volume si chiama gli ultrà uomini inizia con questa storia che scoviamo su un ritaglio del resto del carlino bologna bologna punto due sorelle di origine russa che stanno litigando per strada perchè ora vuole cremare la madre morta da poco e l'altra vuole farla ibernare ricerca trafiletto del resto del carlino lo so settima pagina per me è da narratore questa cosa qua dovrebbe essere all'edizione speciale del resto del carlino solo su west con degli interventi filosofici il fuoco contro il ghiaccio a vita la morte tutto e basta tutto il resto chissenefrega delle lezioni regionali se vogliamo tutte parliamo per una settimana di questa cosa comunque scopriamo questo trafiletto lo scopo a valerio millefoglie che racconta questa storia quindi iniziamo ad approfondire no cosa è successo cerchiamo i contatti di queste due di queste due donne e scopriamo che effettivamente la madre morta è questa una delle due sorelle ha conosciuto questi impresari funebri di mirandola provincia di modena pescara filippo polistena ed è l'unico impresario funebre l'italia che si occupa di ibernazione cioè in italia l'ibernazione non è legale ma negli stati uniti e in russia lo è e quindi filippo spedì spediva più che spedisce perché lui le spediva in russia adesso come spedire dei cadaveri in russia non credo sia esattamente così semplice spediva questi cadaveri con consenzienti e adesso che prima di diventare cadaveri erano consenziente questa pratica in una un'azienda che si chiama creò russa che sta a ottanta chilometri da mosca e queste questi cadaveri restano lì per cento anni sotto azoto liquido a meno centonovantasette gradi l'idea qual è è che tra cento anni ci potrebbero essere le tecnologie per riportarci in vietnam tutto questo costa costava centodieci mila dollari che per cento anni un frigorifero non è neanche così non è un costo eccessivo poi raid di svegliarsi sono bassissime però come dire va bene e vi dico la la parte economica anche perché fa parte dal vero del metodo di ctrl c per cui andare a incontrare le persone valerio millefoglie incontrato questo impresario funebre è andato nei dettagli ci vuole a capire anche tutte queste cose che si insinuano dentro i dettagli tanto sono interessanti dettagli so che c'è anche una formula di crioconservazione è questo il termine tecnico cosiddetta economica che consiste di costa quaranta mila dollari e consiste nel conservare soltanto le teste e più test in frigorifero occupano meno spazio finirla deluso ottimizza e l'idea qual è che appunto tutte le nostre informazioni sono contenute all'interno del cervello e quindi trecento anni ci potrebbero essere le modalità per scaricare i nostri dati su altri organismi altri device oppure addirittura essere una presenza vuoi dire post cristiana nel cloud può cristiana claude anche se molte l'abbazia non vede quel paradiso delle pubblicità lavazza con le nuvole ecc tre licei cloud e quindi c'è anche quella quella modalità lino per cui storia grottesca e drammatica allo stesso tempo queste due figli avevano perso la madre c'è dietro una uno sforzo per cercare di provare a darle un futuro anche da morta e provincialismo di mirandola conquista un solo trafiletto per noi diventa la prima storia del libro degli ultrà uomini no ma perché perché a tutte queste sfumature ma in fondo io credo che no per tornare alla vecchia scaletta quando una buona idea buona idea secondo me quando ha qualcosa di personale che colpisce chi la va a scrivere per prime poi chi la legge quindi c'è una sorta di assonanza quando ha qualcosa di attuale non per forza west di elementi ma in questo caso appunto l'attualità quasi da giornale per cui esiste la crioconservazione negli stati uniti e russia c'è ma soprattutto quando a qualcosa di universale perché noi questa cosa fa ridere fa ridere insomma ci incuriosisce incuriosisce tantissimo e grottesca c'è anche valeria incontrato anche un ragazzo che ha rifatto che conserva il suo cane si chiama bingo lui l'ha mandata negli stati uniti è però in fondo va davvero al cuore di quello che significa essere un essere umano cioè sapere che devi morire quindi che finisce nel nulla a trovare delle strategie più o meno valide più o meno accettate socialmente per cercare di affrontare questo trauma che non ci sta alle spalle ma ci sta davanti no quindi vedete che dal particolare vuoi dire anche appunto grottesco a qualcosa di iper futurista si sbuca infine a qualcosa che ha a che fare con le vite di tutti noi escono mai a fare reportage narrativo come cerchiamo di farlo noi e cercare di fare esattamente questa cosa qui e ci sono degli esempi in questo caso forse una delle storie più eclatanti che abbiamo che abbiamo raccontato ma ci è capitato di raccontare davvero delle storie di persone della porta accanto a tutti gli effetti non sui libri ma online abbiamo intervistato e incontrato questa famiglia della val cavallina insomma di senegalesi che erano proprio i vicini di casa il nostro fotografo il nostro fotografo sentiva questo odore di gomma che usciva continuamente la casa allora cosa facevano e cosa fanno probabilmente ancora prendono queste guarnizioni perché lì c'è tutta la zona della val calepio è tutta un distretto che si occupa di gomma guarnizioni per i motori per grandissime case automobilistiche e queste aziende sganciavano una serie di queste guarnizioni a causa di queste persone che poi facevano il lavoro da casa un po' come facevano le nostre nonne quel lavoro da casa a cottimo e allora veniamo pagati non mi ricordo quanto una cifra veramente bestemmie pochissimi bassissima a guarnizione quindi c'era qualcuno a un certo punto passava a ritirare il saccone ha peso si andava secondo il delle guarnizioni e questo succedeva nella ricca provincia bergamasca di fronte a casa del nostro fotografo che non aveva mai approfondito questo tipo di di di di lavoro al limite tra aree potenzialmente era legale che siamo andati a contattare anche quelli delle aziende è comunque legale però è veramente al limite per cui ho immaginato questa famiglia di cinque persone e naturalmente anche i bambini ad un certo punto iniziano a fare questo lavoro per cui stava davanti alla televisione guardavano i cartoni animati e mi ricordo il termine tecnico sono però sbucciavano queste queste guarnizioni per poi dare il prodotto finito all'azienda che magari a sua volta va da a a b and buy questa era la dimensione di nuovo andare vicini e vedere queste cose e si può spaziare tantissimo cioè si può spaziare dal narrativo in senso puro abbiamo delle storie che hanno che partono dalle persone stesse che l'hanno raccontate ad esempio nei dimezzati secondo secondo libro sono tutte storie vere di uomini e donne metal è una storia di apertura e questa di questa scrittrice si chiama duck baker lei italiana nata in senegal all'età di un anno e mezzo prende questo volo e arriva su venezia sull'isola di torcello nello specifico perché perché suo padre viene assunto come lavapiatti nella storica locanda cipriani quella ove sia stato hemingway chaplin eccetera eccetera lui viene assunta come lavapiatti solo che i residenti veri di torcello sono erano tipo sette otto abitanti e la famiglia d'indagine era di sette otto persone quindi sono arrivati hanno raddoppiato la popolazione di quest'isola naturalmente assaltata dal turismo di nuovo qui rientra i temi di cui però eravamo prima e quando duca e la sua famiglia si trasferiscono dalla da torcello al continente e quindi a mestre dimezzano nuovamente il la popolazione dell'isola però cosa c'è dietro questa storia sono tantissime cose ma in questo caso tutte convogliate come scintilla iniziale dalla biografia stessa dell'autrice per cui lei voleva raccontare le sue doppie radici per cui essere di dakar che quella è una città su una laguna come venezia trasferirsi a venezia avere un accento completamente neanche bene troppe veneziano e non essere vista dagli occhi della maggioranza e la maggioranza della gente come pienamente italiana ma quindi se questo dimezzamento suo se vogliamo anche linguistico ma di che a che fare con le radici e poi si va a raccontare il dimezzamento più curioso dell'isola di torcello o comunque il raddoppiamento la popolazione poi lo spopolamento per colpa della famiglia di senegalesi che è arrivato prima e però dal piccolissimo sua biografia si arriva fino a il turismo venezia il fatto che queste isole un tempo torcello molti più abitanti si è arrivati anche a mille abitanti diventano veramente delle dei parchi giochi per persone che che sono di passaggio nel migliore dei casi soltanto di passaggio in altri casi diventano dei sette come dicevo anche prima silvia e francesca non c'è diventano dei fondali contro cui scattare delle belle fotografie solo che questa cosa non è per niente neutra cioè nel momento in cui tu trasformi un luogo in un sette non è mai qualcosa di temporaneo per il tempo della tua fotografia è qualcosa che soprattutto quando il meccanismo va avanti a rullo cambia completamente o marullo da un lato e quando c'è una sproporzione c'è quando si è in tantissimi ad essere dei degli attori di se stessi con quali sette instagrammabile sia in tanti contro pò giochi in qualche modo quel luogo e cambieranno cambierà io non sono un fautore del tutto deve restare immutabile perché solo me l'errore è esattamente opposto ma cambierà in maniera a tutti gli effetti colonialista deviazione totale poi ditemi dopo questa mi faccio fare delle domande così almeno poi ritorna sui tv lucidi e le deviazioni totale perché perché tra questi tre volumi della trilogia e questo nuovo volume che apre i libri della vertigine la nuova serie di rally sono imbattuta in una storia personaggi sono finito io personalmente in una storia che poi è finita in questo piccolo libro sia una storia vera che ha perfettamente a che fare con tutta questa faccenda della narrazione prima mi son tenuto dentro la gola una domanda che volevo fare a francesca e silvia proprietario magari ne parliamo dopo e dei momenti in cui loro organizzano questa sibillini summer school no al organizzano in un luogo in cui le persone sono state anche traumatizzate da questa narrazione imponente chi le ha volute mettere nel copione aprioristico sei quel tipo di giornalista va lì e sa chi vuole andare a raccontare quella storia quindi la forza e deve portarsi a casa con la storia di una reazione forse normale poteva anche essere quella del silenzio cioè non più persone che comunque sono esterne vengono e vengono a raccontare la storia di queste persone dall'esterno io credo che sia una cosa estremamente coraggiosa perché se no si resta in un silenzio per cui allora si racconta soltanto la comunità e non vuole più gli scambi della questione di qualità della narrazione tutto questo preambolo per dire cosa in cosa sono incappato in questo in questo libretto in una storia che sembra l'estremizzazione di questa faccenda cioè scopro che a castelnuovo al volturno siamo in molise durante la seconda guerra mondiale che stiamo al volturno era lungo la linea gustav per cui a sud c'erano gli alleati stavano avanzando a nord i nazifascisti e poi sono stati ricacciati fino alla linea gotica qua vicino il paese viene liberato nel quarantatré dalla dalle truppe cosiddette francese in realtà erano algerini con un comandante un generale francese jean gli è comunque una faccenda di narrazione viene liberato e rimane in piedi a tutti gli effetti sette mesi dopo e questo accade nel natale del quarantatré sette mesi dopo luglio del quarantaquattro arrivano delle truppe americane fanno insomma svuotano il paese fanno traslocare la popolazione quei pochi che erano rimasti sul versante di fronte un paese sul versante di fronte quindi questi abitanti potevano vedere il loro stesso paese come su un palcoscenico è da questa visione quasi teatrale i vecchi abitanti del paese vedono che nei loro luoghi di nascita arrivano questi figuranti ci sono gli americani travestiti da razzisti che sparano fanno finta di sparare agli americani travestiti da loro stessi perché perché servivano delle riprese per i cinegiornali negli stati uniti no per cui immaginate di essere al fronte con una telecamera che grosso ma questa balla di fieno ai tempi non non è credibile per riuscirà a inquadrare le riprese di combattimento serve ovunque l'umore del popolo far vedere che cosa siamo andati a fare di là e mentre stavo ancora di più però in questo caso ai cattivi più o meno si deve mettere un'asticella dei cattivi più o meno open tempi cambiarlo li mettiamo tutti dalla parte dei nazisti non neocat quindi mettono in scena la guerra mettono in scena la guerra lì è tutto bene se non che questa finzione viene portata fino al punto che entra in scena un carrarmato le persone intanto guardavo sempre la scena da la vedono questa sorta di sciamano cicogna erano gli antenati dei droni con un cineoperatore sopra e il carrarmato bombarda il paese per esigenze cinematografiche cioè un certo punto crolla il campanile il paese è rimasto più o meno indenne l'ottanta per cento delle case viene raso al suolo finite le riprese gli americani se ne vanno e poi hanno promesso dei rimborsi qualcosa che non hanno mai fatto naturalmente e perché mi ha ho fatto bloccare e ho detto che questa storia non può rientrare in città irreale perché ha bisogno di uno spazio diverso esattamente un po' per il tema se in questo caso mi sembrava la versione estrema grottesca è è così drammatica da definire quasi nel ridicolo della nascita della società dello spettacolo cioè io prendo un paese mi serve come sette e in questo caso la porta avanti fino al punto che lombardo questo sette perché mi serve rappresentare una realtà alternativa rimango colpito anche perché dico io vado in questo paese poi io vado ci scendo incontro tutta una serie di persone alcuni testimoni altre persone molto più giovani è comunque un po' mi interrogo perché dico è vero che ma proprio le dette modo provocatorio qual è la differenza tra io che scendo una settimana prendo le vite di queste persone naturalmente faccio delle scelte all'interno dei racconti che mi hanno fatto delle scelte estremamente personali per cui decido di raccontare una cosa e non l'altra perché ho un mio piano in testa qualcosa che voglio che esca fuori nel test e comunque c'è sempre una componente ineliminabile di violenza se vogliamo anche semplicemente perchè io scelgo di raccontare una cosa all'altra e qual è la differenza con non ha bombardato il paese una differenza abbastanza importante però con quel tipo di società dello spettacolo che ha bisogno di quella narrazione così provocatorio liceo cairoli però se andate in fondo alla questione è veramente il punto di fare progetti come la sibillini di fare reportage narrativo di fare anche giornalismo differente letteratura a tutti gli effetti cioè provare a capire e non ho la risposta sulla su qual è lo specifico per cui io da edith da editore e direttore editoriale ma anche da scrittore sento di dover di voler fare comunque quel passo è di provare a raccontare delle cose sapendo che è comunque un atto che ha una sua un suo egoismo la sua ineliminabile violenza rispetto a standardizzare cioè quello che si fa nella modalità più mainstream per quello che significa solo cercare di capire qual è quello specifico che differenzia le due cose una volta che si capisce qual è un qualche modo si possiede anche senza capirlo si capisce un po' la differenza tra una narrazione che può dare dei frutti a me non interessa il moralismo la letteratura non non credo che credo che con la letteratura complesso si cambiano le cose ma così come si cambiano facendo il meccanico e eccetera eccetera poi non entriamo questi discorsi perché se no non finiamo più però quindi non non credo nella morale della favola non credo che il reportage narrativo in alcun modo debba essere qualcosa di santificante verso i luoghi le persone anzi proprio dev'essere sta lontanissimo da quello però è possibile trovare una terza via tra il melodramma chi sembra imperante per cui ti racconto le cose sempre allo stesso modo e il silenzio totale cioè il ognuna racconta se stesso magari sui social e basta secondo me sì noi nel piccolo cerchiamo di farlo in questo modo cioè cercando di farci vicini alle storie che raccontiamo a farci sommergere da carico di queste storie passare più tempo possibile mettere in campo anche la nostra biografia se serve in questo libro questo libretto ad esempio lo faccio quando lo faccio andando a raccontare il mio primo ricordo d'infanzia un'ex ma chissene frega il primo ricordo giusto però è perché mi interessava raccontare questa cosa perché in qualche modo il nodo tra realtà e finzione che è al centro del reportage narrativo sempre che nel caso di castelnuovo al volturno quindi un bombardamento finto che distrugge veramente un paese esplode in maniera paradossale però è qualcosa che è al centro delle nostre biografie c'è noi siamo quello che ci raccontiamo alla fine tanto che io e concludo questo siccome in questo giro di sbandate ho fatto una presentazione di questo libretto al mio paesello natio a bottanuco e c'erano anche i miei genitori che non vengano spesso alle presentazioni max e che sarebbe più imbarazzato io e quindi si leggono il il racconto è questo il mio primo ricordo era ambientato nel libro sul gargano e ci sono io che a un certo punto inizio a raccogliere le conchiglie che ricordo comunque è vero raccolgo le conchiglie procedo di conchiglie in conchiglia testa bassa preso da questo senso di meraviglia per un anno e mezzo alzo la testa non trova più l'ombrellone con mia madre e mio padre no per cui sento proprio questo ricordo che ho almeno nella sua percezione molto nitida sento contemporaneamente un un senso di libertà e qui come dire se sono tagliati tutti i legami e quindi da un certo punto di vista wow e dall'altro terrore estremo non voglio questo primo ricordo e arriva un uno sconosciuto mi riporta l'ombrellone di mia madre e mio padre faccio una presentazione mia madre mi disse guarda che uno non eravamo a sul gargano eravamo a caorle uno per me è sempre stato così fin quando l'ho scritto due non c'ero io in spiaggia ma c'era tuo padre con un suo amico che si sono addormentati come due coglioni e si sono persi il figlio per quiz che era un elemento anche narrativamente ancora più interessante volendo però fino a quel momento era convintissimo che quello fosse il mio primo ricordo quindi ha automatizzato mettiamola così no di nuovo siamo quello che che che ci raccontiamo per cui nel piccolissimo nella mia biografia fino a la narrazione di storie fino a usare i luoghi e le persone come dei set delle comparse è un nodo che riguarda tutti noi al di là degli addetti ai lavori fatemi deviare con qualche domanda che se parlo difatti scuse nicole ma siamo sicuri che interessi la realtà cioè alla fin fine ricordo quello no no quello è la cosa che come tu lo vuoi come tu lo vuoi raccontare tua mamma su di no esatto esatto magari mi è neanche mia madre ha ragione no perdere se queste cose anche che ne so cinema documentario e cinema di fiction per me è molto più reale la fiction perché alla non volendo dire alcune verità cioè non si permette di dire questa è la verità quando invece da sempre un punto di vista quindi per forza arbitrario esatto sì no è proprio questo è uno dei punti della questione di cui potremmo parlare all'infinito secondo me adesso provando a cercare di essere utile e modalità più dietro le quinte quando si fa narrazione e reportage io non credo nella nella nel tirare una riga netta tra il realismo e la fantasia non ci credo per niente in questa cosa credo nel fatto che ogni cosa se deve diventare letteratura reportage narrativo e comunque all'interno della letteratura non ha il codice del giornalismo qualche modo abbia bisogno di una trasfigurazione sempre comunque con trasfigurazione ne intendo confondere i fatti dire una cosa che un personaggio nel reportage narrativo che a quarant'anni lo è l'elemento cinquanta così a caso no perché poi la persona è ancora lì e magari leggerà un altro cortocircuito interessante reportage però in qualche modo trasfigurazione significa ci penso adesso non lo so cosa significa però fare in modo che ci sia una verità letteraria che va oltre se vogliamo anche la la realtà in tutte le cose ovvero quando dico che cosa non è il reportage narrativo dico non è un articolo giornalistico benissimo dico non è saggistica anche se esistono dei reportage narrativi che attingono moltissimo dalla dalla saggistica esiste anche la theory fiction per cui a quel quella modalità live non è neanche un blog personale un diario e lì diventa molto più interessante la faccenda ti chiedi ma qual è la differenza se anche in un reportage narrativo c'è sempre un io narrante che dice io ho visto questo visto quest'altra cosa ma qual è la differenza con un diario personale sembra banale ma non è facile rispondere a questa faccenda si può trovare la scorciatoia dire reportage narrativo è quello che viene definito riportare l'articolo grande faccenda del matto prendo una la ricetta di un farmaco al mondo degli acaja api e diventa una poesia perché viene percepita come poesia sì no il discorso enorme anche questo ma in qualche modo e quando i io credo il tuo io diventa io narrante cioè in qualche modo tu diventi un personaggio all'interno del testo stesso e quindi anche se sei evidentissimo in scena come fa carrera ad esempio per un nome noto in qualche modo il tuo ego è al servizio della storia ed è una cosa che chiedo a tutti gli autori le autrici che partecipano ai libri di e cioè benissimo se mi racconti cioè per dirti il dac vi raccontavo prima messo la sua biografia al centro racconto delle delle delle scene relative a sua madre tutto il resto ma a me interessa che quelle cose siano in qualche modo funzionali alla alla storia famosa frase di king la storia non chi la racconta conta anche se racconti la tua stessa storia è questo che a volte non non si capisce perchè effettivamente tante volte quando si racconta la propria biografia si tende a usare le proprie fragilità o le proprie forze come un una clava per cui in qualche modo ricatti chi c'è dall'altra parte per cui uno dice che hai non posso dire che questo testo non mi piace perché tu hai messo tutto te stesso ma non mi interessa ci ha capito dividiamo le faccende solo che non è così semplice da da fare il reportage narrativo un po' te lo insegna sai perché banalmente chiudo perché comunque c'è qualcun altro che poi lo leggerà c'è il personaggi che tu racconti sono ancora in vita quindi potenzialmente ti possono anche dare una tappata in testa se li usi in maniera prepotente arrogante e aiuta questa cosa qua scusa dopo la sola parola tutti gli altri e infatti rispetto proprio quello che dicevi non so se ricordi noi è da qualche anno che ti scriviamo è così e mi avevi detto no mi farebbe piacere che tu partecipassi city hall al tempo ormai qualche anno fa e io volevo davvero partecipare andai a fare un'intervista per raccogliere queste storie che già avevo già conoscevo ma il cui ricordo avevo completamente appunto fantasticato quindi mi sono dato mi sono autocensurato perché ho detto come la vedevo io è troppo insomma avrei fatto un lavoro difficile e ho detto no non posso fare questo nicola e mi sono proprio bello avere potenziali collaboratori così che veramente si vanno a leggere quello che succede e la cosa la cosa rara perché l'ordine del giorno che ti mandi anche delle poesie act darrell per essere pubblicati se qualche altra domanda howard la domanda posta riflessione ma bulbi noi siamo ciò che raccontiamo è la puntualità sulla storia quella già fatto prima di lui mi ricordo più quale usare la funzionalità purtroppo la funzionalità di mettere il proprio ego il proprio ego al servizio della storia questo intendi sì penso ma in ogni caso noi siamo più ciò che einstein dico una banalità che me li immagino più come noi siamo ciò che vogliamo raccontare che tradizione classico ma venuto in mente anche citato la di fiction è lì mi attacco alla futurologia che una disciplina pseudo disciplina che poca gente conosce ma la teoria di base immagini positive utopia che appunto verifichi nel senso che facciamo della teoria narrativa così magari che abbiamo un pochettino le carte in gioco e anche convinzione no e mi è venuto in mente per esempio sulla storia di volpe quello che c'è nella tragedia figata ma senza quasi mi sembra quasi che se non c'è volontà di cambiamento in una narrazione per cucinare il pesce fotografica alla fine succede invece se c'è volontà di cambiamento casca il mondo succede è un pazzo vedi anche in un partner nel senso voi vi occupate di persone leader pd che manco vogliono cambiare il mondo cambiare qualcosa e anche può essere più bello la differenza tra narrazione its e personale del diario che non c'è la volontà effettivamente raccontando venti tutti i giorni magari questa volontà autoscatto certo guarda chi c'è veramente sono cose che mi sto smooth andando con voi cioè non sono domande a cui continua forse raffinare la risposta confrontandomi ad esempio aggiungo degli elementi il libri la trilogia viene chiamata trilogia normalissima no per cui c'è questa normalità ma che è superlativa quando abbiamo fatto soprattutto gli ultrà uomini sono delle storie veramente la scienza incredibili abbiamo anche mandato uno dei nostri redattori che alpinista nella grotta profonda d'italia eccetera eccetera tutti i protagonisti di queste storie in qualche modo si chiedono sempre non tutti però sono tanti e che cosa okay di così speciale da dover essere raccontato però capite che l'impresario funebre che manda i morti congelati russa estremamente però lui stesso a quasi una sorta di reticenza reticenza dio non voglio apparire ma non capisce perché è così strana questa cosa lui lo fa funziona abbastanza bene non è che non diventano anche ricchissimo c'è un ragazzo che si è fatto impiantare un microchip sottopelle quindi una specie di cyborg sai anche lui della bassa modenese non se qualcosa a modena di strano c'è un pensionato molisano che raccoglie i messaggi in bottiglia da sedici anni sulle spiagge di termoli e lo fa con un team di altri pensionati c'è un ex informatico del dell'ospedale di termoli che digitalizza in tempo reale che fanno questa roba qui c'è il dottor regnoli che il postino del mare così l'abbiamo chiamato che quando trova questa ovest in bottiglia subito fa la fotografia e la manda all'informatico che a casa che semplicemente potrebbe aspettare però se questa roba fa di essere sul pezzo anche se ai settantacinque anni se abbiamo mandato una scrittrice giovane in un monastero di clausura a milano per cui città che nello stereotipo è la più aperta moderna europea l'italia per perlomeno raccontata attraverso un luogo inaccessibile lei c'è stata due giorni di fila ha dormito lì dentro sono queste diciannove donne di età anche abbastanza diversa dai cinquanta anni fino a novanta e passa che hanno questa vita clear ricchissima di contraddizioni cioè una di queste suore pugliese del gargano interno è sfuggito parlando con giulia gallina che ha realizzato reportage che quando era andata perché era morto qualche parente era tornato al era tornata al paese e lei diceva sino a molto bello il posto del gargano però non succede niente se la riserva è vero che sei a milano ma se una suora di clausura capisci che anche lì le storie che ci raccontiamo uno la questione di per provare a rispondere un altro modo ancora la tua domanda e tornare ancora di nuovo finzione e realtà l'io narrante eccetera eccetera una questione di prospettiva da cui guardi le cose ovvero io credo tantissimo nel valore dell'immaginazione nel valore politico dell'immaginazione per cambiare le cose ma altro esempio sempre giulia gallino si racconta che vuole raccontare venezia venezia è la città più visiva più più vista stravista eccetera però come lo fa lo fa seguendo una guida turistica cieca non vedente dall'età di dodici anni circa quindi venezia tutti alle stesse immagini negli occhi sovra raccontata è il racconto di venezia è anche generatore di sputtanamento di venezia concreto di nuovo gli accessi limitati eccetera eccetera sposti un attimo la classe e mi racconti venezia attraverso le sensazioni di chi non può vedere quindi come cambia un sestiere dall'altro a seconda per chi usa solo il tatto gli odori come cambiano da luogo all'altro e non soltanto geograficamente in orizzontale ma anche in verticale in verticale e devo dire come è cambiata venezia di queste donne come sessant'anni come sono cambiati gli odori e il tatto le superfici di venezia in sessant'anni tutto ciò tutte cose estremamente interessanti per tutti molto interessanti oltre poi alla vita di queste persone anche su venezia quindi è tutta una questione di quello che non credo nel tracciare una riga tra finzione e realtà a livello di non mi interessa dire una cosa e letteratura l'altra una questione di riuscire a trovare un'angolazione uno sguardo sulla realtà che possa essere da un lato sorprendente dall'altro però anche un po' universale perché a me le cose tipo no lo so ho incontrato mi sono fatto quattro acidi ho incontrato giorgia meloni ecco l'intervista a ridere a ridere sta però non è paragonabile a solo una guida turistica di venezia e non vedo vogliamo metterla io ama anche il cric socio certo polistena polistena il l'impresario che spedisce cadaveri in russia è un po' friction però c'è sempre il rispetto da parte di due racconta quindi da ben riesce andare all'universale di racket questo fa ridere però io che vado a messa e prego una sfilza di settantacinque santi per portarmi il parente nell'al di là cosa cambia e neanche voglio prendere per il culo quello che elenca la sfilza dei santi per portarmi nell'aldilà perché magari io avrò delle alpi degli altri meccanismi di reazione a quel trauma della possibile morte non prevede la sicura morte e quindi è un po' anche questa cosa qua cioè avere provare a trovare uno sguardo laterale diverso sorprendente ma che non sia sorprendente con il fine a se stesso qualche modo deve riuscire a fiutare queste cose difficilissime non c'è teoria io quando faccio dei corsi cerco di stare lontanissimo dalla dalla ricetta universale per quella da ciarlatano cioè dire guarda allora per scrivere un bel racconto devi fare un incipit in questo modo il peso sono tutta una serie di tecniche che io condivido ed è giusto però non c'è la ricetta universale per cui se io venissi qui a dirvi il reportage narrativo si fa in questo modo le regole sono queste a un certo punto ci piazziamo un climax certo punto perchè questa roba qua sapienza tecnica è importante però non c'è soltanto quella soprattutto se si parla di trovare un'idea giusta una questione anche di rifiutano niente di magico e di esperienza da un lato e soprattutto mettersi in gioco questo aiuta aiuta tanto spesso chi fa reportage narrativo non è detto ma spesso deve agire tantissimo su se stesso in primis io credo sull'empatia che ha perché c'è e anche lì si aggiungono altri elementi del reportage è come se fossi sempre scisso cioè tu arrivi siamo qua e io sto incontrando una persona di cui devo raccontare la sua storia in qualche modo ho un'empatia che ha mille ciao qualità di ascolto molto alta tanto che se vi capiterà di farlo se vi è già capitato di farlo la sera arrivati stanchi come se aveste fatto un lavoro estremo non vuole più parlare con nessuno da un lato quindi cercare di assorbire il più possibile nel mentre ma allo stesso tempo da qualche parte dovete conservare una una specie di cristallo di crudele freddezza incastonato nel cervello e nel cuore per cui voi sapete che nello stesso momento in cui siete un recipiente che verrà riempito però voi dovete sapere che in qualche modo questa storia poi la trasfigura rete ci andrete a raccontarlo quindi vinta ressa a sapere che magari vi serve una data banalmente siete presi nel nel flusso della persona che vi sta raccontando cose potentissime però magari dovete avere quella lucidità di dire aspetta quand'è successo questa roba perché poi ti serve poi dopo puoi tornare ritelefonare però questo doppio piano agisce veramente a tutti i livelli agisce prima in questo modo quindi nel nell'incontro con le persone estremamente empatico ma anche con un certo grado di distacco agisce durante la scrittura perché dovete sapere che in qualche modo maneggiare i mezzi della letteratura e quelli del tra virgolette giornalismo per cui se prendete una trombata tutta narrativa e usate il personaggio che avete incontrato come burattino qualunque almeno non ha molto non ha molto senso a meno che si può anche fare quello però deve avere una motivazione molto molto netta dovete saper costruire ambientazioni e dialoghi a partire da qualcosa che è vero però nell'esempio dell'ambientazione manzoni e a un certo punto arriva la pioggia che bagna renzo e quindi il suono mi ricordo forse dopo l'addio ai monti una cosa del genere e quindi simbolicamente la pioggia significa la rigenerazione o furore di steinbeck per cui ci si addentra nei deserti ma quel deserto lì e anche metafisico e la desertificazione del sudamericana dell'anima delle singole dei singoli personaggi l'ambiente nelle mani di gente presa a forgiare davvero letteratura è sempre un personaggio sempre nel reportage narrativo cosa cosa si può fare l'ambiente ed aprono però non è vero perché di nuovo se io incontro te a casa tua e voglio raccontare non so un tuo aspetto accumulatore mi concentrerò sulla so se sei un accumulatore che è fantastico mi concentrerò su so un elenco di cose che ci sono sulla tua mensola io potrei anche non raccontarla quello però di lì e finzione in realtà in realtà sarebbe elencare come un catasto tutto quello che c'è fai un reportage sembra sperimentalismo perché se leggono riportati a un certo punto se il catasto di tutto quello che c'è in casa tua è molto più significativo ancora se capisci che quindi la realtà cosa vuol dire nulla nel dopo e adesso chiudo di nuovo questo doppio filone realtà e finzione agisce ancora perché in qualche modo tu hai scritto la storia in alcuni casi anche delicati è capitato di raccontare la storia di una squadra di calcio di carcerati di padova la storia di un ergastolano in semilibertà quindi neanche delicate per cui devi avere in mente chi legge non è che devi fare la santificazione o l'insulto di chi è il personaggio però sai che comunque il personaggio c'è ancora li può uscire dalle pagine del libro e venirti a menare o a denunciare quindi è tutto questo saper imparare a farlo va per tentativi saper maneggiare questo questi due versanti la cosiddetta letteratura il cosiddetto la cosiddetta realtà l'uso ma io forse ho una domanda sui pedali mi mi permetto ma anche per per mia passione su una delle vostre pubblicazioni che sono una delle prime anche che ho letto che stiamo scomparendo che forse più informato quasi più vicino magazine museo poi correggimi se io mi ci sono imbattuto perché vengo dalla provincia di cuneo con giacomo ed e ci siamo battuti assieme in questa cosa è molto vicino anche a persone che sono state intervistate raccontate in quel in un pezzo in uno dei contributi di questa pubblicazione che si occupa appunto di una è una ricerca sulle lingue minoritarie in via d'estinzione in italia e quindi son volevo chiederti se sai se puoi o hai in mente insomma qualche appunto sulla su come il vostro approccio al reportage la narrazione inteso sia come parole che come immagini c'è equilibrio può creare appunti in un'ottica territoriale come quella ovunque c'è territoriali non in senso geografico ma comunitari in un certo senso è appunto non so un po' anche da la visione se questi percorsi possono avere delle ramificazioni insomma che poi egoisticamente potrebbero diffondersi potrebbero essere portati avanti anche in un percorso melodia abitato di questo festival farà per me è estremamente significativa questa questa domanda perché è un punto che che ci sta a cuore ci è capitato anche di fare ci è capitato di fare dei workshop di narrazione all'interno di un di un territorio cercando di coinvolgere il più possibile le persone del territorio sia come autore che come personaggio nel caso stiamo scomparendo di qui anche in questo caso non ho portato la coppia perché non solo una ed è finita se soffrite quindi ho paura di perdere per acqua o tutti gli altri doveva un progetto unitario no per cui l'idea era raccontare quei luoghi d'italia dove la lingua madre non è l'italiano per cui ci siamo sparpagliati sono cinque reportage e c'è una parte fotografica da cui tutto è nato in realtà un reportage di emanuela colombo che è stata agli occitani vediamo se me li ricordo tutti vi ho raccontato io poi ci arrivo il tabarchino che è un'isola a sud della sardegna dove si parla praticamente genovese del settecento siano degli emigrati che ginevra andati a tabarca in tunisia e poi gli era stata concessa quest'isola di san pietro e i walser tra la lombardia e la svizzera gli arbëreshe che sono negli albi danesi che hanno attraversato l'adriatico dal cinquecento in poi e il greco che più o meno allo stesso destino simile a quello della brescia greci che si sono poi trasferiti soprattutto in salento nel caso del video digitali di cui mi sono occupato di scout la cosa estremamente interessante e sembra fatto apposta la domanda perché di nuovo rientra nel grande calderone realtà finzione no qui siamo nelle valli intorno a cuba e correggimi se sbaglio perché sono passati un bel po' di storia in testa da allora quindi vediamo siamo nelle valli intorno a cuneo ma anche in valle po in alcune parti verso torino per cui fino agli anni sessanta circa queste popolazioni parlavano strano ed erano visti come i più straccioni dei piemontesi no per cui voi parlate così non si capisce a nostro modo esatto con cui mi dicevano sempre sempre loro a un certo punto arriva questo personaggio di cui forse scorge il nome o lo storpio francoise hollande può essere frank sue fontane fontana olanda e forte hollande il presidente francese va bene fontane chi arriva dalla città francese in qualche modo esule e poi c'è il grande mito di lui arriva da queste persone e gli dice guardate che voi non siete i più sfigati dei piemontesi ma siete i discendenti di questo popolo che ha dato all'europa la prima lingua la prima letteratura altissima delle corti non in latino ma in volgare quindi i provenzali insomma è la lingua che parlate parlate a vostro modo è l'antica lingua occitana dite che è di nuovo lì narrazione non siamo negli anni sessanta c'è tutto loro stessi con molto candore mi dicevano noi vedevamo che decollo li analizzava l'africa la vendetta del cazzo noi siamo invasi dall'italia cioè noi siamo occitani e dobbiamo crearci c'è poi ci sono varie frange no come quelli più estremisti quelli più dialoganti e tutto il resto tutto nasce dalla narrazione vera non vera non si è mai capito bene qual è il il legame se poi se dicessi così con loro stare subito crocifisso perchè no certo sono gli occitani dei provenzali che in realtà non è così certa la faccenda però in qualche modo loro non è come un turbo divagazione come gli ebrei dopo la diaspora che dici aveva una storia estremamente interessante a che fare con la narrazione cioè noi siamo un popolo perché abbiamo la stessa lingua è la stessa storia punto perché da settanta dopo cristo in poi lasciando perdere lo stato di israele e vabbè però è fortissima questa cosa se ci pensi note per milleottocento anni e passa ti senti un popolo senza avere una terra forse ancora più interessante uno snob lì è una versione la versione occitana e più assurda perché in realtà eur una nazione che non è mai esistita mai e che in qualche modo si è costituita nelle loro teste a partire da una narrazione degli anni sessanta e loro tuttora portano avanti questa questa queste radici ovunque loro modo inventate o meno non è importante veramente c'è anche la parte più di marketing anche se le dicessi questa cosa cammini mi prenderebbero bastonate per cui mini brenda anche l'occitano deve sottostare le bandiere tutto il resto ma quando sono stato da loro ho scoperto delle cose veramente bellissime che hanno a che fare loro pensano che la loro storia è sicuramente questo versante ha molto a che fare con l'identità verissimo io ci ho trovato tanto che ha a che fare con le migrazioni perché fino a non molto tempo fa a non molti decenni fa era molto più probabile migrare fare scambi commerciali anche al di là delle migrazioni a fare scambi commerciali attraverso le montagne che adesso per noi sono un valico molto più complicato che il mare però lì era un luogo di passaggio sicuramente anche in tutta l'area provenzale con tutta la francia ha scoperto l'esistenza di questo buco di viso che è un buco di viso che è il primo tunnel della storia millequattrocentonovantaquattro tipo due anni dopo la scoperta dell'america settanta metri di lunghezza più o meno forse sto esagerando non lo so scavato a mano perché serviva per quelli che faceva alla tratta del sale dalla provenza ed era più per me era meglio era più facile far passare il sale attraverso la montagna che prendere una nave anche per la questione di insomma contrabbando contrabbando e tutto il resto altra cosa assurda che ho scoperto che le acciughe sotto sale in realtà venivano messe le acciughe sopra perché il sale valeva molto di più delle acciughe e quindi veniva coperto il sale come merce preziosa da contrabbandare sarà smart switch se ne frega tutta la serie di cose che a che fare davvero con gli scambi anche il fatto che si sia questo frank sua fontana che arriva dalla francia viene accolto in quelle valli insieme a ba barba bar toni barba toni ha accusato un poeta invece dialettale locale esatto potrero e comunque anche quella è una storia di accoglienza c'è tutta la la il versante che ha a che fare con i valdesi la religione valdese l'esecuzione di tutto il resto ma comunque una coabitazione che dura tantissimo tempo e dirà mi piaceva questo punto questo cortocircuito no a una terra che cerca di darsi un'identità anche tra virgolette forte anche indipendentista si era creato il mako movimento autonomista occitano anche il nome molto bello però è una una un territorio isolato che è tuttora quindi parliamo della tratta insomma anche dalla drammatica attualità perlomeno almeno fino agli ultimi anni per cui è un passaggio adesso mi manca il nome del valico dove sono morte anche una serie di migranti e sì esatto e bardonecchia comunque una parte lì di nuovo storie di migrazioni no quindi mi incuriosiva non so da dove son partito del quale era se ho detto qualcosa di sensato sulla tua domanda merito sì no appunto proprio per parlare di realtà e finzione io ho lavorato molto sul sulla tematica occitana proprio per un background di ricerca che poi si riferisce poi un formaggio ma quello di quel prodotto che poi alla fine anche il commerciale che dicevi force che ti permette di capire un po effettivamente dove questa regione che non esiste questa nazione che non esiste soprattutto andando nella ricerca della realtà arriva a un certo punto che più fittizio la finzione più estrema cioè che gli occitani non hanno una referenza transalpina assolutamente no per questo voglio infatti parlare di un film che è uscito l'anno scorso nel duemilaventuno forza di fredo valla che booker e grey e vuol dire bulgaro in occitano e se si va vedere a sofia è pieno di occitani quindi questa cosa qua io avevo già più o meno letto la cosa della bulgaria soprattutto sulla sulla parte del costume dell'uncinetto tutte quelle tradizioni lì arrivavano dalla bulgaria e poi c'è quindi magari anche nel cento dopo cristo non lo so iniziato tutto da lì quindi questo movimento questa migrazione che peace trasferito a vedere la transalpina però poi allo stesso tempo qui in italia vai giù in calabria trovi guardia piemontese che un paese sul mare dove ci sono delle bandiere occitane quindi per me quello quando io ci sono stato quando ho visto questa cosa qua ho detto non è vero c'è è tutto finto e magia c'è stato qualche collegamento strano al di là di tunnel segreti c'è nel west non è possibile che una barca perché da lì non puoi arrivarci a meno che non fai il tutto il po e da tutto l'adriatico fai tutto il giro c'è in qualche modo e quindi trovo soprattutto questa questa parte qua molto interessante è quello che dicono né la domanda era un'espressione mia magari di andare a vedere bolgare perché è un bel film che parla veramente di questa cosa qua nella sua realtà magica che l'occitania così come tante altre poi i valdesi non puoi rispondere no no in realtà fredo valla l'ho anche incontrato magari un lui era anche lo sceneggiatore del vento fa il suo giro se avete in mente volevo farti una domanda venne esteso sul rapporto tra normalità e anormalità esotismo eccetera nel senso che bè giocate molto su questi su questi elementi sui titoli detenuti normalissime superuomo nelle cose lievi mentre uomini e e comunque andato a cercare storie che stanno appunto fuori fuori dai radar non so all'inizio della presentazione ho detto che secondo tempo quello che mi ricordo comunque questo genere di scrittura aiuta secondo te tra la realtà e la frizione l'aspetto ne serve di più e quindi stavo chiedendomi se cosa diresti se la domanda è può aiutare non so nel contesto attuale in cui magari l'idea della normalità e molto molto standardizzata come te il lavoro che fate da un lato cerca l'esotismo dell'altro cerca di far capire magari che non esiste una normalità non lo so noi lo facciamo in senso pedagogico perché sono appunto non sarebbe letteratura meno per come l'avevo io faccio rispondo con basaglia famosa citazione da vicino nessuno è normale visto che queste storie questi reportage cercano di andare il più vicino possibile alle persone che sono raccontate in qualche modo potrebbero servire a scardinare l'idea di di di normalità in senso in senso violento non devi sempre dimezzati abbiamo scelto di dedicare la parte fotografica a un ritrovamento aveva fatto in un archivio dell'università di siena che prima era la sede del manicomio è durante i lavori nei sotterranei sono sbucate queste cartelle cliniche migliaia di cartelle cliniche e le fotografie che poi trovate all'interno non sono fotografie di denuncia ce ne sono state di fotografi sono entrati in manicomio con l'intento di denuncia era proprio le fototessere quasi foto di riconoscimento dei pazienti quindici grandi fotografi professionisti che loro compito era fotografare una persona perché serviva e identificarla sono sbucate queste queste queste fotografie ben deciso di con chiedendo il permesso alla usl siena di mi ricordo dove credo di siena toscana tregua una cosa così non è stato pensavo fosse più complicato invece non è stato così complicato scelte cinquanta le abbiamo messe lì un po' perchè il titolare dimezzati e l'idea è che basta veramente poco per tracciare una linea e dire tu sei normale tu no mente nei manicomi venivano internati omosessuali anarchici anche lo so anziani con demenza senile eccetera eccetera eccetera e cosa accadeva semplicemente che venivano rescisso i legami sempre in quel libro lì accompagnato dalle foto abbiamo raccontato anche dei casi strani stranissimi ma di enorme successo in cui la i i cosiddetti matti erano parte della comunità per cui c'è un caso in giappone dannato per caso e poi purtroppo è stato medicalizzato però per cui per via di una storia di pellegrinaggi religiosi persone con disturbi mentali si assiepavano lì i loro parenti per era la questione buddista comunque poi c'è anche una versione cattolica in belgio quindi in qualche modo sì gli abitanti però sempre più consuetudine a stare a queste persone che magari passavano più giorni finché diventava quasi una specie di un paese come un altro dove tante persone erano matte funzionava perfettamente non c'erano problemi di ordine pubblico si stava meglio poi naturalmente non è che era il paradiso ma come nessuno non nei nostri paesi in paradiso e il paradiso un caso simile adesso non mi ricordo il nome ma poi lo cerco in belgio lì era la questione di un miracolo che è avvenuto per cui tutta una serie di persone che cercavo alla guarigione si stabilivano lì è di nuovo alla lavorazione la quasi a metà tra matti e i cosiddetti matti e le cose funzionavano momento in cui tu invece tracci quella linea e dici anche purtroppo a volte in maniera paternalista fin di bene eccetera li cambia tutto secondo me esempio personalissimo vai nel carcere di padova quando ha realizzato reportage quello online questa squadra di calcio incontri persone che uno di questi in particolare mi ha raccontato di quando ammazzato uno senza lo non lo faceva non era un racconto per impressionare almeno così non m'è sembrato non mi interessa giudicare o meno è proprio la cosa l'opportunità di incontrare queste storie più estreme e anche ti fa capire che è è veramente molto più antico queste persone che hanno fatto cose estreme sono molto più simili a noi di quanto noi pensiamo cioè sono indistinguibili da noi in realtà ergastolano in semilibertà quindi quanto ergastolano club commesse un pom voglio dire bravo e cattivo semplicemente è un po' scioccante anch'io che sono tutto tranne che un'anima pia e candida però quando tutti quando ti incontri non soltanto dire è come me quello potevo immaginarmelo ma anche quando ti raccontano queste storie così forti in qualche modo non è una roba che ti stende o vedi subito il mostro perché sei molto vicino dei ghiacciai è capitata sta cosa ti ti sciocca meno di quanto uno potrebbe pensare e per il lettore è la parte più difficile no per cui tutto questo va traghettato ed è la parte di cura e di tecnica anche se vogliamo di innanzitutto rispettare il lettore per cercare di superare se stessi non so mentre mentre si iscrive e quindi in qualche modo tutto questo dev'essere tradotto quello che da cui sei stato investito tu i paradossi pensieri che hai fatto dopo in una forma che poi deve parlare da sola non ha più bisogno della tua stampella di me che parlano e sproloquio microfono oppure del personaggio che a un certo può essere intervistate diranno guarda chi ha fatto questa cosa cioè viene in qualche modo superare trascendere la tua esperienza e trasportare quindi con l'esperienza in maniera trasfigurata specifica grazie grazie grazie paige e io sarei interessato più a sapere non so se vuoi raccontarci qualche piede di porco utilizzato per aprire queste porte la mia tecnica principale è è credeva l'ha imparata da mia madre probabilmente è lo sfinimento cioè perché mio padre era più schizzate a un certo punto mia madre invece quella che fino a qui siamo in quattro fratelli maschi fino a quando non si è risolto l'ultimo punto della discussione parliamo di adolescenza non ci si alza quindi che poi in realtà è anche la tecnica adesso non vorrei dire una cazzata per questo non lo so dai ricordi delle medie era fabio massimo il temporeggiatore forse che ha sconfitto annibale forse non era annibale comunque sconfitto non c'è quindi a reti lan reti arretri stai tranquillo va lasci esondare file dopo un certo punto ti ha venti la mia tecnica più o meno quella tecnica cioè non ci sono alcuni approcci che sono anche super interessanti per cui magari spiazzi fai una domanda da molto netta a un certo punto ubriachi le persone che ti fa nel mio caso e passare più tempo possibile per cui il rosso tanto più tempo possibile è anche questa un dietro le quinte per chi vuole scrivere reportage è anche dire o almeno io faccio così a un certo punto nel flusso di dialogo è una cosa che secondo me estremamente interessante che magari la persona ha buttato lì senza neanche accorgersene qualche modo a puntare mela in testa e puoi tornarci dopo dirà ma prima dicevi questa cosa e quindi sto svelando tutte le mie tecniche la faccia di culo praticamente anche farsi raccontare gli stessi episodi succedono sempre cose interessanti per cui prima mi dice di questa cosa o prima se avete più tempo ancora meglio cioè la settimana scorsa poi viene incontrati mi dicevi di questa cosa mi dici qualcosa in più perché tante volte poi si aggiungono tutta una serie di elementi di sfumature che magari fanno cambiare tutto tutto il quadro io tendo a fare così e se fai reportage narrativo te lo puoi permettere perché non sei l'inviato del tg cinque che entro sera deve tirar fuori il pezzo non è detto che sia l'unico modo ci sono anche modi più diretti no non aggressivi ma più più diretti diciamo che in quel modo lì rischi un po' di più che ti becchi soltanto con persone che in qualche modo possono reagire bene a quel tipo di di tecnica più diretta se invece hai la pazienza per farti apparentemente invadere bob e io preferisco fare così hai mai visto qualcuno cioè chiacchiere con sisi perché poi soprattutto registriamo una risposta positiva che speriamo ma hai mai scritto di qualcuno che in realtà non sapevo minimamente che tu scrivessi così poi lui fa la sua vita e non non arriverà mai questo non posso farlo se si iscrivono se scrivo un romanzo cambio le cose se io scrivo un reportage su una persona tendenzialmente glielo dico prima ti racconto una cosa subdola che faccio ma almeno qualcosa ve lo devo dire mi rendo conto se dovessi iscrivere fatto quelle ricetta da piccola quindi paese se si deve apparire una comparsa anche all'interno di un reportage perché il barista che ha detto una cosa mentre stavo intervistando ma certo che lo faccio non è chiedo a tutti il permesso di inserire la propria battuta se dovessi iscrivere ad esempio in questo romanzo romanzetto libretto c'è anche un personaggio inventato dire cose che non farei con elena una cosa subdola che faccio è questa quando registri devi sempre chiedere meno devi io lo faccio sempre ma posso registrare fatelo col cellulare perché il microfono ne mette ansia e quindi crea quell'effetto un po' televisione è una cosa che invece faccio arrivare già con il con il con il cellulare acceso totalmente fin da quando suono il campanello e poi a un certo punto dire posso registrare perché almeno so che non mi perdo delle cose che possono essere interessantissimi prima della registrazione però questo è un peccato veramente poco più di poco conto due ave maria ed è fatte sì sì tantissimi potrei fare una specie di raccolta e c'è un mix di campanelli grazie grazie ancora clara